13/07/2016

Nessuna donna nasce prostituta

«Nessuna donna nasce prostituta, ma c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare».

Queste parole di don Oreste Benzi aprono un articolo molto interessante di don Aldo Buonaiuto, pubblicato su InTerris.

In Italia e in tutti quei Paesi europei dove non è proibito prostituirsi, il fenomeno della prostituzione è in costante crescita.

Ciò che invece è punito dalla legge  è il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. Perciò, di volta in volta il giudice dovrebbe accertare se la prostituta (o il “prostituto”) esercita il “mestiere più vecchio del mondo”, liberamente o per costrizione.

Un atteggiamento molto libertario e molto superficiale risponde con facilità: «Ognuno è libero di fare ciò che vuole: se la donna (o l’uomo) dice di farlo per libera scelta...».

Questa idea dilaga e ingenera un errore colossale nella maggior parte dell’opinione pubblica.

Solo chi  lavora da vicino con la realtà del meretricio sa che la prostituta non vive serenamente quella che di fatto è sempre una schiavitù.

«Per questo motivo oggi, a Montecitorio sosterremo una proposta di legge realizzata dalla deputata Caterina Bini, insieme a diversi parlamentari; per dire concretamente come sia possibile contrastare lo sfruttamento della prostituzione: punendo il cliente. Soltanto bloccando la domanda – disincentivando quindi il cliente – sarà possibile abbattere il mercato, l’offerta di giovanissime ragazze portate in Europa per diventare macchinette da soldi».

Accettare l’idea della prostituzione come libera scelta vuol dire accettare l’idea che possano esistere “persone di serie B predisposte a farsi merce per soddisfare i bisogni perversi di uomini senza scrupoli”.

Quelli che vorrebbero risolvere il tutto legalizzando la prostituzione peccano quanto meno di estrema superficialità.

«A qualcuno farebbe comodo per alzare il Pil, ad altri piacerebbe investire su queste ragazzine realizzando, per conto dello Stato, i propri turpi guadagni. Insomma, la liberazione delle donne schiavizzate a pochi interessa realmente ed è per questo motivo che abbiamo, come Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, iniziato una campagna di sensibilizzazione chiamata Questo è il Mio Corpo».

«Una legge che fermi il cliente non è solo auspicata dall’Europa e da quei Paesi che hanno adottato il cosiddetto “modello nordico” (ma anche un sindaco italiano..., ndr) ma è innanzitutto un salto di qualità valoriale. Quando l’uomo capirà che non si può comprare per motivi sessuali il corpo di una persona sarà la fine di quell’imperante e degradante maschilismo che vige oggi e l’inizio di una reale parità e dignità per ogni essere umano. Coloro che non sanno cosa dire normalmente li senti ripetere “ma questo d’altronde è il lavoro più antico del mondo”! Noi diciamo che è la vergogna più antica del mondo e non è accettabile e mai da giustificare coloro che si fanno correi dello schiavismo. Per questo fino a quando ci sarà una sola donna costretta a prostituirsi noi non resteremo in silenzio».

... per non parlare poi della prostituzione più perversa di tutte che è quella delle donne che danno l’utero in affitto. Ma di questo abbiamo parlato in altra sede.

Le Donne della Redazione

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