01/08/2015

No gender: educazione all’affettività – A lezione da Saint-Exupery

Ecco un esempio di sana educazione all’affettività. Ecco una proposta concreta che genitori e insegnanti possono fare, in alternativa ad eventuali progetti improntati all’ideologia gender.

Rendiamo omaggio a un autore da riscoprire e meditare.

In occasione dell’anniversario della sua morte, avvenuta il 31 luglio del 1944, vogliamo offrire ai nostri lettori alcune pagine magistrali sulla relazione di coppia e l’amicizia scritte da Antoine de Saint-Exupéry e tratte dal libro Il piccolo principe.

In un tempo in cui le persone sono mediamente stanche e stressate, non hanno tempo da destinare agli affetti e alle relazioni e il divertimento è solo “sballo” e la possibilità di dedicarsi alla crescita culturale sono ridotte ai minimi termini è doveroso cercare di prendersi i propri spazi e tempo. In tal senso l’estate può rappresentare un momento favorevole, se la si vive in compagnia di qualche buon libro!

Bludental

E quando ricomincia la scuola, proponiamolo agli insegnanti e ai colleghi come base per un eventuale corso di educazione all’affettività.

In quel momento apparve la volpe.
“Buon giorno”, disse la volpe.
“Buon giorno”, rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
“Sono qui”, disse la voce, “sotto il melo…”.
“Chi sei?”, domandò il piccolo principe. “Sei molto carino…”.
“Sono una volpe”, disse la volpe.
“Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo principe, “sono così triste…”.
“Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non sono addomesticata”.
“Ah! Scusa”, fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: “Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?”
[…]
“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‘creare dei legami’…”.
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
Piccolo-principe_educazione_affettivita_gender[…]
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
“Per favore… addomesticami”, disse.
“Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose”.
Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte [anche i bambini , ndr]. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!”.
“Che bisogna fare?”, domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”.
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.. ci vogliono i riti”.
[…]
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:
[…]
“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante”.
“È il tempo che ho perduto per la mia rosa…”, sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…”.
“Io sono responsabile della mia rosa…”, ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

Giulia Tanel

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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