30/04/2013

Non dimentichiamoci dell’aborto

Mentre la politica italiana preparava il suo laico (e meno divinamente ispirato) conclave, un giovane leader ha detto, senza patire smentite, che “non è necessario essere cattolici” per salire al Quirinale, misurando forse con troppa impertinenza il peso reale della chiesa nello spazio pubblico. Non è dunque di poco conto che un cardinale, il successore di Ambrogio che “prima di essere vescovo fu uomo di stato e di governo”, riprenda – con teologia, pastoralità e gusto per l’argomentazione razionale – la questione del rapporto tra la libertà conclamata (a volte inculcata) delle società secolarizzate e le fedi: soprattutto con quella della chiesa cattolica, esclusiva nella sua “pretesa “ di verità. Lo spunto del libro di Angelo Scola, “Non dimentichiamoci di Dio – Libertà di fedi, di cultura e politica”, sono i 1700 anni dell’Editto di Milano, con cui Costantino introdusse il principio di libertà religiosa dentro lo spazio pubblico di allora. Una coabitazione quasi bimillenaria e capitale per l’occidente, che mostra i suoi acciacchi.
Presentando il libro martedì a Milano, Scola ha puntato l’attenzione su quella che è la situazione reale delle società e delle chiese europee. Ha parlato, con libertà intellettuale e di tono non consueta, di una sua “percezione dolorosa della situazione dell’Europa, anche delle chiese europee, come di una grande stanchezza, di una incapacità a reggere al compito che tocca all’Europa”.
Nel momento in cui qualcuno interpreta un po’ corrivamente, anche dentro la chiesa, l’avvento del nuovo Papa “dalla fine del mondo” come una panacea per tutti i mali della chiesa, Scola va controcorrente: “ Io non sono di quelli che pensano che la grande giovinezza delle chiese latinoamericane o africane basti: è necessaria, ma non basta”. Perché l’Europa rappresenta pur sempre il motore, piuttosto immobile, dell’autocoscienza occidentale, in materia di libertà, diritti, concezione politica. Per cui è provvidenziale per Scola il “gioco” (“lo dico tra virgolette”) dello Spirito che con l’elezione di Papa Francesco “ ha come aggirato la situazione, senza prenderla frontalmente”. Ma non basta, se non si guarda negli occhi la stanchezza di “una società civile che non dia al matrimonio il suo vero nome”, o in cui la chiesa non abbia più la libertà (costantiniana, cioè laica) di proporre e “farsi cercare” dalla verità. Dunque, se non riesce più a far intendere che “ la vita è sacra”, la chiesa dovrà pur sempre affermare che “l’autogenerazione non sarà mai possibile”. Serve un coraggio di dire la verità nello spazio pubblico, su temi rilevanti che la chiesa non sempre ha avuto. Così, fatto piuttosto raro per un cardinale, martedì sera Scola ha ammesso che ad esempio sull’aborto “ mi sono sentito in colpa per quello che non siamo riusciti a dire noi, non l’abbiamo detto con chiarezza”. Parresìa.

Fonte: Il Foglio

banner loscriptorium

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.