17/07/2015

Omofobia è... dire che due più due fa quattro

È omofobia? Se lo chiede il lettore che ci ha inviato queste sue riflessioni. Le condividiamo con voi tutti. Perché se davvero tutto questo è omofobia....

Ogni periodo storico ha i suoi appellativi che vengono usati per delegittimare e minimizzare le idee di chi non la pensa come te. C’è stato il periodo del “fascista”, del “clericale”, del “comunista” e del “berlusconiano”. Ora siamo all’era dell’“omofobo”.

Ma chiedo: è omofobo dire che un bambino nasce da un uomo e da una donna? È omofobo dire che l’utero in affitto (illegale in Italia… per ora) usato da una coppia etero o da una gay è una violenza sia per la donna gestante che per il bambino? È omofobo dire che l’utero in affitto mentre per una coppia etero è l’ultima spiaggia dopo aver percorso i vari passi della fecondazione (omologa ed eterologa) per una coppia gay è l’unica strada percorribile?

È omofobo dire (come ha affermato il raggruppamento delle organizzazioni femministe per i diritti umani alla Conferenza dell’Aia) che “è curioso assistere da un lato alla crescita di una numerosa letteratura piena di incoraggiamento da parte di pubbliche autorità e volta ad avvalorare il legame madre-bambino prima del parto, e dall’altro allo sviluppo di un discorso che per sostenere la maternità surrogata sostiene che questi legami sono insignificanti e possono essere negati senza causare danni”? È omofobo dire che il famoso giornale francese Charlie Hebdo definì in una famosa vignetta l’utero in affitto come “due genitori e una schiava”, dicendo, una volta tanto, la verità?

È omofobo dire che il DDL Cirinnà in discussione in parlamento all’articolo 5 prevede la “stepchild adoption”, cioè l’adozione del figlio biologico o adottivo di uno dei conviventi da parte dell’altro, e quindi se uno dei conviventi (etero o gay che sia) si reca all’estero e si procura un figlio mediante l’utero in affitto questo figlio sarà biologicamente suo e dunque potrebbe essere adottato dall’altro convivente?

È omofobo dire che, anche se l’American Psychological Association (APA), ente che ha una notevole influenza sulla comunità scientifica internazionale, ha preso posizione sulla questione con un comunicato circa la “no differences” (“nessuna differenza”) tra figli di coppie omosessuali ed eterosessuali, la sua posizione è ritenuta sospetta da parte di molti suoi stessi associati nonché dal suo ex presidente N. Cummings professore di Psicologia presso l’Università del Nevada? È omofobo dire che proprio sulla posizione dell’APA il Prof. L. Marks sulla prestigiosa rivista “Social Science Research” ha evidenziato che i 59 studi citati dall’APA per sostenere la propria tesi di “no differences” mancano di “campionamento omogeneo, di inadeguatezza del gruppo di confronto, di presenza di dati contraddittori, di portata limitata degli esiti dei bambini studiati e di scarsità di dati sul lungo termine” tanto che il Tribunale della Florida ha dovuto escludere i risultati di alcune ricerche dell’APA per “mancanza di imparzialità osservabile nei gravi difetti di campionamento”?

È omofobo dire che (con buona pace del presidente degli psicologi italiani F.Giardina e di chi lo cita) esiste un’ampia letteratura scientifica che ha significativamente provato che i minori cresciuti in un ambiente omosessuale tendono a presentare notevoli svantaggi rispetto ai coetanei cresciuti in una famiglia eterosessuale (Sullins – 2015, Douglas – 2013, M. Regnerus – 2012, Potter – 2012, N.K. Gartrell – 2011, K. Nanette – 2010, R. Schumn – 2010, P. Cameron – 2009; Schumm W.R. – 2008)?

È omofobo ricordare a quei politici da “un colpo al cerchio e uno alla botte” che non è possibile essere a favore delle unioni civili per le coppie gay e allo stesso tempo escluderli dalle adozioni in quanto la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo fin dal 2013, in un caso relativo all’Austria, ha stabilito che nessun Paese europeo è obbligato a introdurre per le coppie omosessuali istituti simili al matrimonio, ma se lo fa non si può poi “discriminare” queste coppie in materia di  adozioni e procreazione?

È omofobo ricordare che un certo Sigmund Freud definì l’Edipo come “l’architrave dell’inconscio”, cioè “il triangolo che connette padre, madre e figlio e il gioco di queste parti aiutano il figlio a prendere il posto che gli compete nella geometria della famiglia”?

È omofobo dire quello che scaffali di trattati di psicologia scrivono, cioè che l’identità sessuale si afferma non in astratto, ma attraverso una “messa in situazione” dei ruoli e delle funzioni che impegna tanto la psiche quanto il corpo e che quindi non è irrilevante che il figlio di una coppia non possa confrontarsi e differenziarsi nella definizione di sé per il fatto di avere due “genitori” che cancellano la differenza sessuale?

Se tutto questo è omofobo, vostro Onore… mi dichiaro colpevole, ma chiedo che mi si dimostri dove ho sbagliato. Colpevole, usando le parole del filosofo inglese G.K.Chesterton, di testimoniare che due più due fa quattro e che (a quanto pare) le foglie diventano verdi d’estate.

Francesco Giacopuzzi

 

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

Firma anche tu!

 

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.