28/02/2017

Pedofilia. Il caso Yiannopoulos: due pesi e due misure?

La pedofilia è un crimine orrendo. Questo dovrebbe essere un giudizio unanimemente condiviso, senza alcuna sfumatura o eccezione.

Sappiamo però che purtroppo così non è. Ne abbiamo parlato tante volte. Basti pensare alla fondazione in Olanda di un “partito” dei pedofili o ai tentativi messi in atto a livello internazionale per derubricare la pedofilia a mero gusto sessuale tra i tanti.

Eppure sembra proprio che si usino due pesi e due misure per chi giustifica questa pratica orribile.

È infatti dei giorni scorsi la notizia del grave scandalo che ha colpito un noto sostenitore del presidente Donald Trump.

Si tratta di Milo Yiannopoulos (nella foto sopra), giovane caporedattore di Breitbart News, sito di informazione finito nel mirino degli ambienti politicamente corretti per le sue battaglie controcorrente a sostegno dell’attuale leader degli Stati Uniti.

Yiannopoulos è indubbiamente un personaggio strano, un eccentrico provocatore e non è questa la sede per discutere le sue idee, che possono essere condivisibili o meno. Inoltre è dichiaratamente omosessuale. Tuttavia si è sempre schierato contro le rivendicazioni della lobby LGBT, denunciando il piano totalitario che soggiace dietro le parole d’ordine dell’ideologia gender, del femminismo e dell’associazionismo gay. 

Ebbene, come riporta Panorama, il giornalista è finito al centro di una bufera mediatica dopo che è stato ripescato un vecchio video in cui difendeva la pedofilia. «Non è una cosa in bianco e nero» diceva Yiannopoulos in riferimento alle relazioni tra ragazzi giovani e uomini adulti. Questi rapporti «possono essere esperienze estremamente positive». «La pedofilia – aggiungeva – non è un’attrazione per un tredicenne, sessualmente maturo. La pedofilia è un’attrazione per bambini che non hanno raggiunto la pubertà».

Frasi inaccettabili ed esecrabili, che infatti gli sono costate, tra l’altro, le dimissioni da Breitbart e una netta presa di distanza da tutto il mondo conservatore che invece finora bene o male lo aveva sostenuto.

Il giovane giornalista ha cercato di difendersi parlando di manipolazione delle registrazioni e ha voluto evidenziare che per lui quello della pedofilia è un crimine assolutamente disgustoso, così come assolutamente disgustosi sono i pedofili. Yiannopoulos peraltro ha sempre raccontato di essere stato egli stesso oggetto di abusi sessuali da piccolo...

Tuttavia, su questi temi davvero non è accettabile il minimo dubbio e la minima sfumatura: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia. Affermazioni del genere in bocca ad un personaggio pubblico, che gode di grande notorietà, sono intollerabili.

Noi ne siamo convinti e ci battiamo perché i bambini vengano difesi sempre.

Non possiamo però non notare che i media politicamente corretti sono pronti a condannare solo alcuni, mentre mostrano assoluta tolleranza verso altri, nascondendone i lati più oscuri. Dichiarazioni favorevoli o comunque simpatizzanti nei confronti della pedofilia, nel corso degli anni, sono state pronunciate da esponenti di spicco del mondo politico-culturale italiano: prima Mario Mieli, poi Marco Pannella e anche Nichi Vendola, per esempio, hanno avuto parole più o meno tolleranti nei confronti dei rapporti sessuali dei bambini con gli adulti.  Eppure nessuno di questi è stato ostracizzato. Anzi, si tratta di personaggi esaltati e presi a modello.

Non vi sembra allora che qualcosa non torni?

Federico Catani

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