23/01/2017

Prostituzione: bisogna punire i clienti, non legalizzarla

A margine del convegno “Contro la schiavitù della prostituzione”, che si è svolto il 19 gennaio nella Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, va segnalato un editoriale di In Terris a firma  di don Aldo Buonaiuto.

Egli sottolinea come oggi – per fortuna –  anche parte del movimento femminista, laico e progressista, si schiera davvero a favore della donna affinché sia libera davvero dalla violenza sessuale e dalla prostituzione.

Forse dovrebbero dargli una letta anche quelli di Amnesty International, che perorano la causa della libertà di prostituzione come “diritto umano”.

Pochi decenni fa  le femministe non volevano riconoscere che la libertà di prostituzione è una falsa libertà.

Al convegno hanno preso la parola esponenti del movimento femminista di Svezia, Norvegia, e Francia che hanno ripetuto  l’incompatibilità della prostituzione con la dignità e la libertà della persona, soprattutto dalla violenza.

Nel mercato sciagurato la responsabilità primaria è da imputare al cliente: è la domanda che crea l’offerta. In tal senso la proposta di legge  della deputata Bini e della senatrice Puglisi.

Eppure c’è chi vuole riaprire le case chiuse: scrive Buonaiuto che costoro “non conoscono il reale fenomeno della criminalità organizzata oppure sono in malafede. L’unica via per liberare le donne schiavizzate dalla prostituzione è unirsi come un vero popolo che si mette dalla parte di chi è drammaticamente dimenticato”.

Sulla prostituzione tutti parlano per luoghi comuni. Dati certi non ce ne sono, dato il potere della criminalità organizzata padrona delle donne che certo non va a pubblicare i propri libri contabili sui giornali.

La legge Merlin oggi vigente dovrebbe punire – e di fatto poco punisce –  solo lo sfruttamento, la prostituzione minorile, l’adescamento e l’induzione alla prostituzione. Non ha funzionato, finora.

I dati, invece, che giungono dal governo tedesco e dal sindaco di Amsterdam dicono chiaramente che la legalizzazione della prostituzione ha fallito: lo sfruttamento è ai massimi europei e internazionali. Non è vero che dove ci sono le case chiuse o i quartieri a luci rosse le donne si auto-organizzano in forma di cooperative autogestite: dietro di loro ci sono sempre le organizzazioni criminali.

Anche il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione che invita gli Stati membri ad adottare il modello svedese, norvegese e francese che – appunto – combatte la prostituzione punendo i clienti.

Redazione


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