17/12/2018

Quel presepe che ci ricorda... gli immigrati

L’Italia è un pullulare di presepi con un non ambiguo riferimento all’attualità: si tratta infatti di Maria e Giuseppe presentati come immigrati in fuga. Da accogliere, da non lasciare ancora una volta al freddo e al gelo.

Sì, certo, senza dubbio, senza entrare nei dettagli (se sia un riferimento storicamente appropriato o meno), il Natale è anche la storia di una famiglia in quel momento senza un tetto. Forzando un po’ la cosa, il parallelo ci può stare. Ma la storia non finisce con la grotta. Anzi con la grotta inizia, perchè il bello viene dopo:  la nascita di Gesù bambino. Il cuore del Natale, a quanto hanno insegnato a me, sta proprio lì.

In quel bambino che non ha una casa; di più: in quel bambino che Erode vuole uccidere; in quel bambino destinato a  diventare “segno di contraddizione”. Per eliminare lui, Erode ne fa uccidere molti altri: bimbi innocenti, appena nati, che fanno paura al tiranno.

Andrebbe messo anche lui, anche Erode, nel presepio: in un angolo, che cerca il bambino da uccidere. Attualizzando, visto che alla sinistra piace molto questo giochetto, si potrebbe mettere, al posto di Gesù, uno dei tanti bimbi uccisi con l’aborto, perchè malformati, perchè non voluti, perchè nati al momento “sbagliato”... Uno di quei bambini già nati, e lasciati morire al freddo, come accade talora nei casi di aborti falliti. Oppure si potrebbe mettere una piccola creatura, frutto della compravendita di gameti, o un bambino che non solo non ha avuto una bella casa in cui nascere, ma neppure l’utero di sua mamma! Come ci starebbe bene, nel presepe attualizzato, il bimbo di Nichi Vendola: più povero ancora di Gesù! Sì, perchè Gesù aveva un padre, Giuseppe, di condizioni semplici, ma non indigente, e una madre tutta sua, Maria. Invece quel povero Tobia ha sì due uomini abbienti che hanno speso per lui decine di migliaia di euro, ma non ha mai avuto una madre, solo un utero in affitto!

Sì, facciamo il presepe attualizzato, e visto che nasce un bambino, mettiamo un piccolo feto, a rappresentare i sei milioni di feti umani eliminati con i ferri.

Poi vediamo se questo presepe piace tanto a Repubblica, ai Gad Lerner, ai Saviano, ai Calabresi, ai tanti pastorelli con il rolex, che puzzano più di salotti che di pecore,  e che, pur essendo stati in passato piuttosto freddini con i presepi, preferendo  Erode a Gesù, oggi invece amano tanto Maria, Giuseppe in via.

Francesco Agnoli

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