10/04/2019

Ricerca su Dignità Umana. Parla Volontè: «Italia al 35° posto, davanti a Germania e Francia»

Il Regno Unito guida la classifica dei Paesi dove più è rispettata la dignità umana. L’Italia è al 35° posto e precede sia la Germania (44°) che la Francia (45°). Il Brasile è al 21° posto e precede di poco gli Stati Uniti. In fondo alla graduatoria si piazzano la maggior parte degli Stati africani e asiatici. Sono alcuni dei dati più significativi del Rapporto 2018 sull’Indice Globale della Dignità Umana, curato dalla Fondazione Novae Terrae, in collaborazione con Pro Vita & Famiglia. Le particolarità del Rapporto sono state illustrate a Pro Vita & Famiglia, da Luca Volonté, già parlamentare (2006-2013) e direttore della Fondazione Novae Terrae.

Come ha contribuito la Fondazione Novae Terrae al Rapporto e qual è stato il ruolo di Pro Vita & Famiglia?

«La Fondazione Novae Terrae, dopo la ricerca e pubblicazione dell’Indice Globale sulla Libertà di Educazione, Fei, 2016 (in collaborazione con Oidel di Ginevra) e l’Indice Globale sulla Famiglia, Igif 2017 (in collaborazione con Università Cattolica, Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia), con la stessa Università milanese e un team di esperti di varie discipline di altre università e centri di ricerca, ha ideato e coordinato il lavoro di ricerca sull’Indice Globale sulla Dignità Umana. A coordinare questa ricerca, insieme alla professoressa Giovanna Rossi della Università Cattolica di Milano, è stato il sottoscritto a nome della Fondazione Novae Terrae. La Fondazione Novae Terrae, oltre a contribuire alla ricerca delle fonti, dopo una serie di confronti interni al team dei ricercatori, ha deciso quali parametri e dati inserire nella valutazione sul ranking dei singoli Paesi. Grazie al sostegno morale e al continuo stimolo intellettuale, l’Associazione ProVita & Famiglia si è fatta carico di contribuire alla prima pubblicazione della ricerca».

Quali sono state le maggiori sorprese del Rapporto?

«L’averlo potuto costruire, con le sfide che questo ha comportato, è già stata una sorpresa importante. Infatti, non è stato semplice adeguare il concetto della dignità umana e dei diritti umani collegati a essa e i dati statistici di riferimento che meglio potessero illustrare cosa si intenda per “dignità umana”. L’auspicio è che questo lavoro continui a essere una sorpresa per l’uso che ne verrà fatto da singoli governi, società civile e organizzazioni internazionali. Troppo spesso, nei dibattiti e confronti internazionali, il tema della dignità umana viene sottaciuto o “classificato” come aspetto religioso. Non è così, lo dimostrano i saggi dei tanti esperti che hanno lavorato a questa ricerca e l’hanno commentata».

Per quale motivo l’Italia si trova davanti a Germania e Francia (ma dietro alla Gran Bretagna)? E il Brasile davanti agli Usa?

«Il ranking è chiaro, i parametri statistici e matematici altrettanto trasparenti, L’Italia è avanti perché, rispetto ai criteri da noi scelti e ben spiegati nella ricerca, rispetta e promuove la dignità umana dei propri cittadini, lo stesso vale per il Brasile rispetto agli Usa o per la posizione del Regno Unito. È bene precisare che i dati su cui abbiamo basato le nostre analisi non possono tener conto delle evoluzioni legislative avvenute lo scorso anno, né degli effetti che si sono o si potrebbero produrre nei prossimi mesi. Le faccio un esempio: in Irlanda solo dal 1 gennaio 2019 è pienamente efficace la legislazione sull’aborto; non esiste quindi nessun dato sugli effetti di questa decisione, né era possibile introdurre la variabile negativa della legislazione sull’aborto in Irlanda a seguito del referendum dello scorso anno, perché una legge che ne desse efficacia non era stata approvata. Questo vale per Cipro, dopo l’approvazione sulla depenalizzazione dell’aborto in talune circostanze, avvenuta lo scorso anno».

Quanto incidono sulla dignità umana i parametri del Pil e quanto, invece, i temi eticamente sensibili?

«In generale, il dato economico incide sullo sviluppo e la promozione della dignità umana. Bisognerebbe entrare anche sulla qualità della spesa, ma altrettanto importanti sono le leggi, la libertà di educazione, le tutele per donne e bambini, le cure per anziani, le politiche familiari, i fenomeni migratori e i conflitti interni ai Paesi, la possibilità di trovare lavoro, la libertà del mercato e la tutela della proprietà... Tutto è eticamente sensibile, perché la vita concreta delle persone parte da un slancio ideale, di principi, ma deve affrontare anche la realtà del contesto in cui si vive.

Luca Marcolivio

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Una sintesi dell’Indice Globale sulla Dignità Umana è disponibile alla pagina Pubblicazioni sul sito della Fondazione Novae Terrae: www.novaeterrae.eu

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