14/04/2016

Sesso, matrimonio, fede e scienza: chi va in chiesa è più appagato

Cosa c’entra il sesso con la fede? E la fede con la scienza? E il matrimonio non è la tomba dell’amore?

E queste quattro parole possono avere qualcosa in comune? A detta dei più, la risposta è “No”: la religione censura il sesso, scienza e fede sono in contrasto, le persone sposate non hanno una vita sessuale degna di nota... e via con i luoghi comuni.

Però, c’è un però: una recente ricerca scientifica, come riporta UCCR, ha infatti dimostrato che le persone che frequentano la chiesa vivono il sesso e la vita amorosa con maggiore soddisfazione rispetto a chi non coltiva la sfera spirituale.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Applied Research in Quality of Life, ed è stato guidato da Félix Neto e Maria da Conceição Pinto, psicologi dell’Università di Porto.

Il beneficio dell’attivo coinvolgimento religioso con la positività della personale vita affettiva e sessuale – affermano i ricercatori – «è in linea con precedenti studi che associano l’impegno religioso ad una migliore salute mentale, una maggiore soddisfazione di vita e migliori relazioni sessuali in generale»“.

C’è poco da fare: quando si parla di sesso non si parla di un mero atto fisico, bensì di un gesto che ha una portata psicologica e relazionale immensa. Ed è proprio questo il punto che la moderna società ipersessualizzata vorrebbe annullare, in favore di un atteggiamento sessuale libertino che molto ha da spartire con l’istinto animale, ma ben poco con la complessità dell’essere umano.

Di tutto questo si parlava nel mensile di settembre 2015 di  Notizie ProVita, ponendo l’accento sulla necessaria unione tra il sesso e l’amore e sul dovere degli adulti di vigilare sulle giovani generazioni, affinché non vengano precocemente assorbiti dal girone della “sesso-latria“.

uomo_donna_coppia_amore_sesso_bacioE, proprio a questo proposito, è divenuto celebre il motto pronunciato dalla giornalista Costanza Miriano nel corso del convegno “omofobo” del gennaio del 2015: “I cattolici lo fanno meglio!” (qui il video).

Miriano che nel suo ultimo libro, Quando eravamo femmine (Sonzogno, 2016), scrive alle figlie in merito a questo aspetto: “Ogni storia è unica, soprattutto quella più intima, ma si può certo dire che la sessualità vissuta dentro una consegna totale, reciproca, definitiva è la più vera: il corpo dice quello che la vita conferma (sono tua in tutto, per sempre) e quello che il cuore desidera“. Vale la pena vivere in piena castità (dopo le nozze si deve continuare a essere casti, ma in forma diversa) fino al matrimonio, prosegue la scrittrice. Non si tratta di essere sessuofobi[...] o di considerare il sesso una cosa brutta, ma al contrario di considerarla bellissima, importantissima, fondamentale per la felicità umana, e quindi di desiderare di viverla nella pienezza della persona completamente formata, e non solo col corpo“.

Insomma, anche sotto il punto di vista sessuale il matrimonio rappresenta “un di più”. Il cuore dell’uomo, assetato di desiderio pienezza e di fedeltà, non può essere staccato dal corpo. Pena l’infelicità e la continua rincorsa di “qualcosa di diverso” e di “qualcosa di meglio”...

Teresa Moro

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