27/09/2017

Si diffonde il Boldrini-pensiero: «Buongiorno, Dottora!»

Pubblichiamo la testimonianza di un giovane marito che, ricoverato in Day Hospital per alcuni accertamenti, ha avuto modo di constatare la pervasività del Boldrini-pensiero.

La Boldrini non sarà amata, ma è seguita...

In questi giorni ero in ospedale per alcuni accertamenti. Nulla di grave, di per sé, ma quel che è bastato per costringermi a passare due giorni in Day Hospital: dovevo arrivare entro le 8.30 e rimanere lì fino a metà pomeriggio.

Vivo in una città del nord dove la sanità funziona ancora abbastanza bene e che – in confronto al resto d’Italia – non registra particolari problemi a livello sociale. Sì, anche da noi si sta diffondendo sempre più un’impostazione favorevole al gender e alle istanze LGBT (anzi, siamo una delle regioni all’avanguardia in quanto a tentativi legislativi contro l’omofobia et similia) ma, tutto sommato, il clima è ancora abbastanza gestibile.

Forse proprio per questo sono rimasto veramente sorpreso nel vedere come il Boldirini – pensiero, con tutto quanto ne consegue a livello sociale e di considerazione della donna, si stia diffondendo anche qui: mi riferisco alla “mania” della “Presidenta” di declinare al femminile i nomi, se si riferiscono a una donna. Come se questo fosse sufficiente per aumentare la dignità delle donne... Oltretutto, e non lo dico da misogino o maschilista, tra “quote rose”, “femminicidi”, politiche “gender equality” e “women’s empowerment” e via discorrendo non mi sembra che le donne manchino di attenzioni (che poi siano sbagliate è un altro discorso: la donna va tutelata in quanto persona, ha una dignità che va oltre il sesso di appartenenza, e ne andrebbe tutelata la femminilità in primis il suo essere moglie e mamma – e non il fatto che si appiattisca su uno standard maschile e, per lei, svilente rispetto alle sue peculiarità e potenzialità. E, di contro, l’uomo dovrebbe smetterla di femminilizzarsi...).

Ma torniamo a noi. Lunedì mattina, infatti, all’arrivo della Dottoressa – che poi è già al femminile, mah...! – che doveva predisporre la terapia per me e gli altri pazienti, l’infermiera l’ha accolta con un «Buongiorno Dottora!». Incredibile, non potevo credere alle mie orecchie. Il giorno seguente, stessa scena: la giornata è iniziata con uno squillante «Buongiorno Dottora!»... il tutto è naturalmente stato accolto come una cosa normale dal personale dell’ospedale, mentre credo che tra i pazienti la cosa non sia passata inosservata. E, dai un giorno e dai l’altro, le persone che questa infermiera riesce indirettamente a influenzare con il suo apparentemente innocuo «Dottora» non sono affatto poche...

Inoltre, mi è sorto un pensiero, ammetto un po’ cattivello. Io di professione sono geometra: visto l’andazzo, ero fortemente tentato di rispondere, se interrogato sulla mia professione dalla suddetta infermiera, di rispondere «Geometro». Insomma, se le cose vanno fatte, vanno fatte bene e anche noi maschietti abbiamo i nostri diritti, acciderbolina!

È vero, forse si tratta di un’infermiera isolata e – come dice il detto – «Una rondine non fa primavera», ma il segnale è chiaro: il Boldrini – pensiero si sta diffondendo.

Io, da uomo che apprezza e valorizza la differenza tra i sessi, rimango convinto di una cosa: le donne non hanno bisogno di essere chiamate con i nomi declinati al femminile (il che, tra le altre cose, è anche un insulto alla nostra stupenda lingua italiana), ma hanno bisogno di uomini veri, oggi i grandi assenti della società, che sappiano valorizzarle appieno: ognuno ha il suo fantastico ruolo nel mondo, ed è proprio nella differenza complementare tra maschile e femminile che si schiude il nostro futuro.

Gianpio Bortolotti

[Della Boldrini scrivevamo anche qui: «Donne, fatevi rispettare!». Parola di Presidenta. E l’idea del “geometro” è perseguibile anche dal pediatro, dall’anestesisto... per non parlare dei tifosi di calcio: “romanisto, milanisto, interisto“....]


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