12/02/2016

[VIDEO] Utero in affitto: ecco come si comprano i bambini dall’Italia

Il re è nudo. Nonostante la supponenza e le menzogne di quanti sostengono il ddl Cirinnà e fanno carte false pur di approvarlo subito, la verità viene a galla ed è sotto gli occhi di tutti.

L’art. 5 della legge in discussione al Senato, ammettendo la stepchild adoption, legittima di fatto la pratica dell’utero in affitto per le coppie omosessuali, che non avrebbero altro modo per avere un figlio “loro”.

Sappiamo però che tale scempio, pur essendo vietato in Italia dalla legge 40 (fino a quando?), è già ampiamente praticato, anche dalle coppie eterosessuali, che aggirano la legislazione vigente. Un motivo in più non per approvare il ddl Cirinnà, ma per rigettarlo totalmente, senza se e senza ma. Anzi, ci vorrebbe un norma che punisca chiunque, a prescindere dall’orientamento sessuale, compri figli all’estero usando le donne come incubatrici umane.

La riprova di quanto stiamo affermando ce l’ha data il quotidiano Libero qualche giorno fa, con un’inchiesta di Emanuele Ranucci, Paolo Emilio Russo e Salvatore Dama. Ma anche Il Mattino – con un articolo a firma di Antonio Galdo – ha dato ampio spazio alla questione, evidenziando come la scelta del ‘figlio perfetto’ diventi veramente un ‘gioco a tavolino’.

Sul sito www.uteroinaffitto.com (ma ve ne sono tanti altri) è possibile contattare la Biotexcom, una clinica in Ucraina dove si comprano bambini e si affittano uteri. utero in affitto

Per le leggi ucraine si possono vendere i figli solo a coppie sposate, in modo tale che vi sia almeno un genitore genetico (in questo si rispetta almeno il concetto di famiglia...). La clinica poi provvede a tutto: accertamenti medici, soggiorno sul posto, pratiche burocratiche.

Se l’uomo fornisce il proprio sperma, al resto ci pensa la clinica, che fornisce alla coppia i cataloghi di giovani ragazze venditrici di ovociti (e abbiamo già detto che non si tratta di una pratica indolore). Ciascuno ne sceglie una, in base ai propri gusti ed esigenze: bionda, mora, occhi azzurri, verdi, etc. Così il bimbo o la bimba saranno almeno somiglianti un po’ a mamma e papà o comunque come piacciono ai genitori.

Dopodiché un medico indica la donna che sarà pagata per portare avanti la gravidanza. Infine, trascorsi nove mesi, si va a Kiev a prendere il prodotto ordinato e ben confezionato, ovvero il bambino.

Ci sono vari pacchetti, più o meno economici, a seconda delle possibilità finanziarie degli acquirenti. Chi non vuole spendere molto (29.900 euro), nel periodo in cui si soggiorna a Kiev dovrà vivere insieme ad altre famiglie, con un bagno in comune. Se invece non si vuol badare a spese, vi sono le offerte standard (39.900 euro) o vip (49.900 euro), con sistemazioni ben più confortevoli.

Insomma, rispetto agli Stati Uniti c’è un gran risparmio.

Per ulteriori informazioni su questa scioccante compravendita, basta leggere l’articolo e vedere il video realizzato da Libero e che qui rilanciamo.

Redazione

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