16/02/2019

Utero in affitto: Salvini denuncia l’incoerenza di certo femminismo

Matteo Salvini, parlando a Bussi sul Tirino (Pescara) nell’aprire la sua due giorni abruzzese in vista delle elezioni regionali, ha rilasciato nuove dichiarazioni a proposito di vita e famiglia, sottolineando ancora l’importanza del diritto dei bambini a una mamma e un papà e ribadendo il più netto biasimo per la pratica dell’utero in affitto. A tal proposito Salvini ha fatto riferimento a chi «pensa che il corpo della donna sia un bancomat», mettendo in luce l’incoerenza di quelle «pseudo-femministe di sinistra che combattono per i diritti degli immigrati e poi accettano una roba come l’utero in affitto».

In effetti, inutile negarlo, siamo di fronte a una cultura in dissociazione da se stessa, che da un lato proclama la dignità incomprimibile dell’essere umano debole e indifeso che, costretto dalla miseria e dalla guerra, abbandona la propria terra in cerca di miglior fortuna, e, dall’altro, ammette e anzi promuove la strumentalizzazione dell’essere debole e indifeso per eccellenza al fine di venire incontro ai capricci del mainstream. Ne deriva che la protezione invocata per donne, immigrati e minoranze varie, è, in questi casi, semplicemente frutto dell’ideologia e nient’affatto dell’anelito al bene.

Il “valore” fondante l’intero sistema etico-giuridico, secondo l’intellighenzia contemporanea, non è la comune natura che condividono l’uomo e la donna, il migrante e l’embrione; no, il primo di tutti i valori è la libertà. Libertà da ogni vincolo, compresa la legge morale e, prim’ancora, qualunque principio di ordine razionale. Ecco perché, ad esempio, il liberalismo radicale e cosmopolita dell’ultima ora può cadere così facilmente in contraddizione, quando spinge nella direzione dell’accoglienza indiscriminata come dell’utero in affitto: da tutelare non è la persona del migrante o della donna, bensì il Moloch della libertà (intesa ovviamente nell’accezione perversa di “autodeterminazione”).

L’ideologia, notava la Arendt, è esattamente ciò che esprime l’etimo: “la logica di un’idea”. Agli ideologi non stanno a cuore le persone, né che si compia il bene; ciò che importa è che l’idea vinca sulla realtà. L’autodeterminazione dei popoli giustifica l’invasione di un intero continente da parte di masse disperate alle quali non si vuole offrire alcun aiuto che non implichi la confusione di etnie e culture. L’autodeterminazione della donna le permette oggi non solo di abortire il figlio che porta in grembo ma anche di venderlo con regolare contratto. Per tornare al punto di partenza, dunque, ecco perché è ben possibile difendere i diritti delle donne e degli immigrati e accettare al contempo l’aborto o l’utero in affitto: perché non si guarda alle persone, ma alla logica della propria idea.

Vincenzo Gubitosi

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