02/07/2019

Val d’Enza, parla il Ministro Fontana: «Tanti tendono a sotterrare questa storia» – VIDEO

Una «commissione d’inchiesta» ed eventualmente, in seguito, un «tribunale della famiglia», affinché sia fatta giustizia al più presto dopo lo scandalo di Bibbiano. È quanto auspicato dal Ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, intervenuto ieri sera alla trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4. Nella scabrosa vicenda dei bambini sottratti alle famiglie e sottoposti a torture e a pressioni psicologiche che ne mettessero in cattiva luce i genitori biologici, evidentemente «ci sono persone che sono dei veri e propri delinquenti» e che, come tali, «vanno perseguiti», ha chiosato il Ministro.

Secondo Fontana, la soluzione di «togliere un bambino alla famiglia» dovrebbe essere l’«ultima ratio», da praticare solamente quando la famiglia d’origine sia davvero «disastrata». La metà dei bambini coinvolti nello scandalo in Emilia, oggi adolescenti, hanno poi sviluppato «gravissimi problemi», dalla «tossicodipendenza» agli «atti di autolesionismo», ha aggiunto il Ministro, a rimarcare quale sia il «livello di crudeltà» in questa vicenda.

Alla domanda del conduttore Nicola Porro, riguardo alla necessità di una legge che metta un argine a questo tipo di abuso, Fontana ha risposto auspicando l’apertura di una «commissione d’inchiesta» per «verificare tutti i casi avvenuti sul territorio nazionale», cui potrebbe aggiungersi, in futuro, uno specifico «tribunale della famiglia» che disciplini controversie simili nei nuclei familiari.

Fatti come quelli accaduti in Val d’Enza, ha commentato il Ministro, sono paragonabili «a un omicidio», perché «si uccidono le anime dei bambini e dei genitori», pertanto, secondo Fontana, anche le pene dovrebbero essere «rapportate» a quelle previste per gli omicidi fisici dal nostro Codice Penale.

Il Ministro ha risposto in modo affermativo alla domanda se, dietro questi fatti, vi sia un «pregiudizio contro la famiglia tradizionale». Da parte sua, ha aggiunto: «È assolutamente vero che c’è questo pregiudizio ma c’è un motivo: la famiglia è sempre stata ostacolata da tutti i regimi, dal nazismo, dal comunismo e, purtroppo, adesso anche da una certa ideologia che ci pervade, quella dell’edonismo, del fare come si vuole…».

Fontana, che ha confidato di essere stato etichettato come «estremista» anche da alcune delle persone sotto accusa nel caso della Val d’Enza, ha ribadito che «la famiglia è una, un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà, su questo c’è poca discussione per quanto mi riguarda». La «prima» delle esigenze da tutelare per un bambino è quella di poter «rimanere nel migliore dei modi, all’interno della propria famiglia», ha sottolineato. «Togliere un bambino alla famiglia dovrebbe essere l’ultima ratio», ha ribadito il Ministro, «come previsto dalla legge», ma «qualcuno questa cosa l’ha ignorata».

Intorno a pratiche esecrabili come quelle messe in atto per anni in Emilia, «purtroppo c’è un sistema e ci sono centinaia di migliaia di euro, ci sono interessi ideologici ed economici», ha dichiarato Fontana. Per quanto, anche davanti a siffatti scandali, si debba rimanere «garantisti», se le accuse si rivelassero vere, sarebbe «una cosa che grida vendetta» e che «non può accadere in un Paese civile», ha affermato il Ministro, confidando, in conclusione, il suo auspicio che si sviluppi una «sensibilità culturale e mediatica», intorno alla vicenda in oggetto, perché, ha concluso, «mi sembra che tanti tendano a sotterrare questa storia, fare in modo che non se ne parli e mi preoccupa molto».

Luca Marcolivio

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