31/07/2019

La vita di Charlie non fu vana. Ha salvato Davide

Pieni di dolore, due anni fa annunciavamo la morte, o meglio, l’omicidio del piccolo Charlie Gard, un bimbo di soli 11 mesi, senza alcuna colpa, che è stato ucciso “nel suo migliore interesse”, a detta dei medici e dei giudici, perché la sua vita non era ritenuta degna d’essere vissuta.

Fu un evento infinitamente tragico, che vide un bambino innocente strappato dalle braccia dei genitori, che avrebbero voluto salvarlo, e condannato a una dolorosa morte per soffocamento. Nel vedere la profonda sofferenza di questa famiglia, una reazione dell’opinione pubblica, che in gran parte si è stretta intorno al lutto dei Gard, poteva essere quella di chiudersi alla vita, per evitare di andare incontro a simili difficoltà.

Ma ciò significava fare il gioco della cultura della morte, che questo avrebbe voluto come frutto del caso Charlie. E invece quella piccola vita, stroncata da una morte per niente naturale, è servita a risvegliare le coscienze di tanti.

Lo conferma la testimonianza di Giuseppe ed Elena, genitori italiani, pubblicata da Tempi. La nascita del loro secondogenito sano, dopo che in gravidanza i medici avevano prospettato la possibilità che il bimbo fosse affetto da qualche disabilità, recò loro sollievo, ma la coppia era provata. Spiega Giuseppe: «L’ultima cosa a cui pensavamo, quindi, era di imbarcarci in una nuova gravidanza con tutti i rischi che comportava. Inoltre c’erano le fatiche della quotidianità: le notti insonni, mia moglie che era appena tornata al lavoro, il mutuo da pagare, la scuola dei bimbi, non avevamo aiuti. Insomma, tutte queste cose insieme ci avevano fatto dire no all’apertura alla vita, sebbene questo ci facesse soffrire».

Ma poi scoppiò il caso Charlie e la loro vita cambiò per sempre. «È come se avessimo potuto vedere con i nostri occhi quello che sarebbe potuto accadere a Paolo. Charlie ci ha fatto capire concretamente la grandezza della dignità del bambino malato, la sacralità della vita nelle sue forme più fragili, la luminosità dell’abbandono totale».

Purtroppo, però, non c’è stato nulla da fare, Charlie è stato ucciso. Il dolore dei due si è unito a quello dei genitori del piccolo, ma la vita di Charlie portò il suo frutto anche nella loro famiglia e capirono che «l’unico modo per rispondere a questa diabolica cultura della morte, l’unica via, era aprirsi alla vita […] Poco dopo è stato concepito Davide. Se Charlie non fosse mai venuto al mondo il nostro terzogenito probabilmente non sarebbe nato».

E così, la morte di Charlie è stata una tragedia, sì, ma la sua vita non fu affatto vana. Davide ne è la prova!

Luca Scalise

 

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