23/07/2019

Achille Lauro rinnega il bacio “omo”, quando la trap non è “gayfriendly”

Achille Lauro, primo cantante trapper a partecipare allo scorso Festival di Sanremo con la discussa canzone Rolls Royce, durante una tappa del suo ultimo tour, con cui sta facendo conoscere in Italia il suo ultimo disco 1969, si è reso protagonista di un singolare siparietto “gender-romantico”.

E sì, perché il ventinovenne cantante romano, nel bel mezzo del suo ultimo concerto a Villafranca, ha pensato bene di staccarsi all’improvviso dal microfono, per andare a sbaciucchiare il suo chitarrista, Boss Doms. Inevitabile la domanda partita tra i suoi fan sui gusti sessuali del loro idolo, il quale però, non sembra sia stato troppo convinto del gesto che lui stesso ha compiuto.

Infatti, dopo aver pubblicato il filmato su instagram, l’ha poi prontamente rimosso dal suo profilo, ma nel frattempo il video è diventato virale. Viene da chiedersi allora se, per quanto possa andar di moda oggi, essere “gayfriendly” in ogni ambito della moda, della cultura e dello spettacolo, possa non esserlo forse nella trap. Insomma, vai a vedere che la trap non sarebbe “gaya”?

Per di più risulterebbe che il cantante sarebbe felicemente fidanzato da diversi anni, con una certa Francesca, una ragazza di cui ha parlato anche durante la sua ospitata a Domenica In. Su di lei si conosce davvero poco, ma supponiamo che non sarà stata entusiasta del gesto compiuto dal suo fidanzato, anche se è forte il sospetto che il bacio del cantante fosse solo il semplice e consueto inchino alla propaganda Lgbt. Pare, infatti, che abbia voluto rappresentare un “omaggio” al mese (ovvero giugno) del Pride e, per di più, perfettamente in linea col messaggio di “amore universale” veicolato dal suo ultimo singolo “1969”, sulla falsariga di una sorta di Woodstock nostrana.

E quindi ora i fan di Achille Lauro si chiedono, probabilmente, non solo se il cantante sia effettivamente gay, ma anche e forse, soprattutto, come vadano le cose con la fidanzata Francesca…

Fonte: Dagospia

Manuela Antonacci

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