17/07/2018

Portogallo: a 16 anni si può “cambiare sesso” e nome

La scorsa settimana il parlamento portoghese ha approvato un disegno di legge che consentirà ai cittadini di “cambiare sesso” e nome dall’età di 16 anni senza una diagnosi medica di disforia di genere.

Niente più certificato per chi ha meno di 18 anni, dunque, come invece era necessario fino ad ora: “umore che hai, sesso che scegli”, pare dire la legge, andando contro ogni evidenza biologica ma anche di carattere neurologico. Infatti, non è cosa nota solo agli specialisti del settore il fatto che durante l’adolescenza (che in realtà coinvolge minorenni e non, visto che ormai tale fase di vita si protrae ben oltre i vent’anni) la corteccia prefrontale, responsabile dell’inibizione di atteggiamenti inappropriati, non sia ancora pienamente sviluppata e che il sistema limbico, centro delle sensazioni di piacere o ricompensa, la faccia da padrone... eppure con questa legge si vorrebbero lasciare i giovani liberi di “scegliere” il proprio sesso.

Il che, nella realtà dei fatti, significa ingannare: innanzitutto perché gli si dà una responsabilità troppo grande, senza pensare ai presupposti di partenza appena riportati; e in secondo luogo perché si fa credere loro che il sesso possa essere cambiato, senza tenere conto del dato biologico per cui il patrimonio XX o XY con il quale si è nati non può subire variazioni di sorta.

Il Portogallo, ad ogni modo, non è di certo il primo Paese a muoversi in tal senso: Danimarca, Malta, Svezia, Irlanda e Norvegia si sono già attivate nel riconoscere che «nessuno ha bisogno di un certificato per sapere se è un uomo o una donna, un ragazzo o una ragazza», come ha detto Sandra Cunha, una deputata del blocco di sinistra che ha votato a favore del progetto di legge.

Ora bisognerà vedere se il presidente Marcelo Rebelo de Sousa porrà il veto, come aveva fatto per la prima versione del testo adottata dal parlamento a metà aprile, perché sosteneva che per i minorenni fosse necessario ascoltare l’opinione di un medico.

Non solo cambio di sesso e di nome: anche i bambini...

Oltre a quanto riportato, la nuova legge sul “cambio di sesso” e di nome pone delle novità anche su un altro importante aspetto: essa infatti vieta anche le procedure chirurgiche sui bambini che nascono con genitali incerti, in modo che possano scegliere “il loro genere” più avanti nella vita. Il tutto, ancora una volta, negando a priori il dato biologico e, fatto altrettanto importante, espropriando i genitori del diritto e dovere di esercitare una guida e un controllo sui propri figli.

Insomma, dopo il tentativo (fallito!) di introdurre l’eutanasia pochi mesi orsono, il Portogallo si trova ora a discutere su un altro tema eticamente sensibile: la speranza è che, anche in questo caso, il buon senso possa vincere.

Redazione

Fonte: DW.com

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