03/04/2014

15mila feti usati per riscaldare gli ospedali. E gli altri 200mila?

I corpi di 15 mila bambini abortiti bruciati per riscaldare gli ospedali sono il frutto della cultura pro-choise che equipara un essere umano ad un prodotto, a merce.

Questa è un’analisi sullo scandalo emerso in Inghilterra curato dal Sussidiario.

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Un’indagine condotta nel Regno Unito ha rivelato che i corpi di migliaia di bambini non nati venivano inceneriti come materiale ospedaliero di scarto, e alcuni di questi utilizzati per riscaldare gli ospedali.

Sono dieci le strutture del Servizio Sanitario Nazionale inglese che hanno ammesso di aver bruciato i resti di bambini non nati insieme con altri scarti, e altre due strutture hanno
ammesso che i corpi di bambini morti per aborto spontaneo o procurato venivano accumulati con altri scarti negli impianti che generano energia per il calore.

A seguito della terribile scoperta, il Dipartimento per la Salute ha immediatamente posto un divieto su questa pratica, e il ministro della Salute, Dan Poulter, ha dichiarato che questi “incidenti” sono “assolutamente inaccettabili”.

Secondo l’indagine, seguita da un documentario andato in onda su Channel 4 della TV inglese, sono almeno 15,500 i feti che sono stati inceneriti negli ultimi due anni da 27 strutture del Servizio Sanitario Nazionale inglese NHS.

Nell’ospedale di Addenbrooke a Cambridge 797 feti di 13 settimane sono stati distrutti nell’impianto di termovalorizzazione che serviva per il riscaldamento della struttura. Alle madri era stato detto che i feti abortiti sarebbero stati cremati. L’ospedale a sua discolpa ha dichiarato che comunque i resti dei feti venivano bruciati separatamente dagli altri scarti.

Il parlamentare del partito labourista Jim Dobbin ha dichiarato che questo disprezzo per la vita umana al suo inizio è il frutto di cinquant’anni di aborto legale nel Regno Unito. “La incessante disumanizzazione che i pro-choice hanno portato avanti da anni è quella che ha portato a questa situazione: bambini non nati usati come materiale di scarto”.

Il vescovo di East Anglia, Alan Hopes, ha dichiarato che non c’è da stupirsi se negli ospedali inglesi inceneriscono i resti dei bambini non nati come materiale ospedaliero di scarto. “La maggior parte della società non crede nella sacralità e nella dignità della vita umana fin dal suo inizio, ma concepisce la vita umana come una delle tante merci usa-e-getta”, ha affermato Hopes.

Il vescovo ha detto anche che l’elevatissimo numero di aborti rilevati ogni anno nel Regno Unito e la proposta del Parlamento di permettere a ciascuno di chiedere la morte quando lo desidera sono il risultato di una tale concezione della vita. I feti morti per aborto procurato o spontaneo dovrebbero ricevere lo stesso trattamento riservato ad ogni essere umano deceduto, anche attraverso il rito del funerale, perché  “per la Chiesa una vita umana è tale fin dal momento del concepimento”, ha aggiunto Hopes.

Redazione

 

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