26/04/2018

1984: La polizia inglese minaccia chi scrive di Alfie sui social

La polizia britannica controllerà e perseguirà le “comunicazioni malevoli” che riguardano la vicenda di  Alfie Evans

Non è sufficiente al  governo del Regno Unito la condanna a morte di un bambino di 23 mesi, non è sufficiente l’abuso perpetrato reiterato sui suoi genitori e sul loro diritto di curare il Alfie, violando le regole basilari della sussidiarietà e della democrazia.

Ora la polizia britannica ha annunciato che controllerà e perseguirà chiunque pubblichi sui social media una “comunicazione malevola” che supporta Alfie Evans o che si lamenta dell’ospedale e dei tribunali. E che vuol dire “malevola” (malicious)? Fattispecie di reato quanto mai vaga, nella quale si può ricomprendere qualsiasi critica , anche civile, anche fondata su dati veritieri.

Non importa se l’Alder Hey Children’s Hospital stia  abusando o no di Alfie e dei suoi genitori, non rilevano le foto che provano l’incuria e il disagio in cui vivono quei tre poveri martiri.

I post sui social saranno monitorati e coloro che scrivono quelli negativi saranno perseguiti penalmente.

Per fortuna Alfie può contare su tanti sostenitori in tutto il mondo, fuori dalle grinfie del Minimor * che ha sede nel Regno Unito.

Tuttavia, le migliaia di persone che stanno sostenendo Alfie ei suoi genitori in Inghilterra, inclusi membri dell’ “esercito di Alfie”, devono fare i conti con  il seguente annuncio: in sostanza, il governo di Sua Maestà non solo ucciderà Alfie Evans, ma ucciderà qualsiasi tentativo di lamentarsene.

Alfie_social_polizia
La Merseyside Police scrive«Abbiamo rilasciato una dichiarazione questa sera per rendere noto alla gente che i post sui social media  che riguardano  l’Alder Hey e la situazione di  Alfie Evans saranno monitorati e passibili di azione legale. Leggere il testo completo della dichiarazione qui.»

La reazione degli utenti dei social non si è fatta attendere, ma  quanti tra gli inglesi  saranno così coraggiosi da sfidare il “Miniluv”  e la psicopolizia? Quanti non temono la “Stanza 101”?

Un tempo la libertà di parola non solo era tollerata, ma rispettata e venerata.  Il diritto alla libertà di espressione era il segno distintivo degli stati  liberali e democratici.

Oggi, attoniti, assistiamo all’avvento del peggior totalitarismo, proprio in Paesi che sono stati la culla della democrazia e del liberalismo.

Benvenuti nel 1984.

Francesca Romana Poleggi

*Nel romanzo di Orwell, il Ministero dell’Amore (Minamor, o Miniluv, in neolingua),  presiede alla sicurezza.  Reprime ogni sintomo di dissenso contro il Grande Fratello e contro il Socing, il partito che governa dispoticamente l’Oceania, mediante un vasto apparato repressivo ed il lavaggio del cervello. Il suo nome dunque è paradossale, e rientra nella logica del bispensiero. L’edificio del ministero è privo di finestre, e circondato da filo spinato, nidi di mitragliatrici e guardie armate di manganelli. All’interno, le luci non sono mai spente, e ci si riferisce al ministero enigmaticamente, come ad un luogo dove non vi è oscurità. Il Ministero controlla la psicopolizia. All’interno delle prigioni del Ministero dell’Amore c’è la famigerata Stanza 101, dove si avverano le più intime paure dei prigionieri, che il partito ben conosce. (tratto da Wikipedia)

Fonte: LifeNews

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