30/11/2016

Aborto a volontà: ecco l’eredità che Fidel Castro lascia a Cuba

Cuba conta uno tra i più alti tassi di aborto al mondo.

Tra i tanti crimini commessi, anche questa è un’eredità di sessant’anni di comunismo imposto a tutta l’isola da Fidel Castro, morto novantenne lo scorso 25 novembre.

Mentre in molti – troppi, pure in Italia – celebrano la sua figura, bisognerà che qualcuno ricordi chi è stato davvero il “Comandante in Capo della Rivoluzione cubana”. E cosa continua ad essere il regime da lui instaurato e guidato ora dal fratello Raúl.

Per ovvie ragioni, ci concentreremo sui temi inerenti la nostra mission.

A parte l’oppressione esercitata contro i cattolici, Fidel Castro ed il bandito Ernesto Che Guevara hanno violentemente perseguitato gli omosessuali. Oggi, gli stessi che piangono la morte di Fidel e che venerano il “Che” accusano ProVita di essere omofoba, magari perché sta facendo circolare uno spot contro l’utero in affitto, ovvero contro la compravendita dei bambini e lo sfruttamento delle donne. Ma si sa, i comunisti, nonostante tutte le operazioni di restauro, restano sempre tali. E dunque rimuovono dalla mente il vero odio verso gli omosessuali sempre praticato dai regimi “rossi”. Al contempo, dimostrano di non avere minimamente a cuore né la vita dei bambini, né delle donne (come quella di chiunque altro, specie se si oppone alla loro folle ideologia).

Non è un caso che a Cuba l’aborto sia gratuito e disponibile su richiesta, nonostante per le ragazze di età inferiore ai 16 anni ci sia bisogno del consenso dei genitori. E non è nemmeno un caso che il tasso di omicidi di bambini innocenti prima della nascita sia tra i più elevati del mondo ed il più alto tra i Paesi membri dell’ONU. Tempo fa abbiamo raccontato la storia del medico cubano Óscar Elías Biscet, arrestato e torturato (e ancora tenuto sotto controllo dalla polizia) per il solo fatto di essersi rifiutato di effettuare aborti.

InterPressNews Service nel 2013 riferì che il numero di adolescenti cubane che abortisce supera di tre volte quello di quante decidono di portare a termine la gravidanza. Inoltre sono numerosissime le donne che tra i 15 e i 19 anni hanno già avuto uno o più aborti.

Di fatto, l’aborto è usato come mezzo di controllo delle nascite. 

E vantarsi, come fa il regime, di avere un basso tasso di mortalità infantile è una vera presa in giro. Ciò infatti è dovuto al gran numero di bambini ammazzati prima ancora di nascere. Cuba sta attraversando da tempo un vero inverno demografico, un problema solitamente tipico dei Paesi ricchi. Nel “paradiso” castrista però il motivo sta nella paura del futuro: i cubani temono di non poter sfamare i loro figli.

I danni morali portati dal comunismo sono incommensurabili. La mentalità abortista è ormai patrimonio comune. Anche a causa degli orribili programmi di educazione sessuale imposti nella scuola di regime.

Ecco il lascito di Fidel Castro a Cuba. Oltre – lo ripetiamo – a tutta la serie di morti, torture, persecuzioni perpetrate in sei decenni.

Destano dunque molta perplessità le parole di “profondo dolore” espresse per la morte del sanguinario dittatore dal Patriarca ortodosso di Mosca Kirill. Come mai in Russia promuove la campagna per l’abrogazione totale dell’aborto e poi piange l’abortista Fidel?

Federico Catani

Fonte: LifeSiteNews


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