06/12/2016

Aborto causa di parti prematuri e disabilità

L’aborto (nella foto un bambino – pardon! – “grumo di cellule” di dieci settimane) fa  drammaticamente aumentare il tasso di parti prematuri e di bambini disabili, nelle gravidanze successive.

La conclusione è stata tratta dallo studio di una meta-analisi di 36 ricerche su oltre un milione di donne (1.047.683 donne): Prior uterine evacuation of pregnancy as independent risk factor for preterm birth: a systematic review and meta-analysis,  pubblicato nel numero di maggio 2016 dell’ American Journal of Obstetrics & Gynecology. Gli autori sono Vincenzo Berghella e Lisa Perriera, due ricercatori della Thomas Jefferson University (Philadelphia), e Gabriele Saccone, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Ma alle donne che chiedono l’aborto chirurgico non vengono detti i rischi reali che esso comporta.

I ricercatori ritengono che la dilatazione della cervice può causare danni permanenti che compromettono la tenuta del collo dell’utero, che poi causa la successiva nascita prematura. Ovviamente anche altri interventi sul collo dell’utero o intra-cervicali, possono dare lo stesso problema. Ma i danni al collo dell’utero causati dall’aborto sono più evidenti. Possono mettere in pericolo il meccanismo di difesa anti-microbica della cervice, che potrebbe portare a un’infezione del tratto genitale, altra causa di parto pretermine.

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Bambino alla sesta settimana di gravidanza

È evidente anche che i  bambini molto prematuri hanno un rischio molto più elevato di soffrire di problemi di salute, tra cui: paralisi cerebrale, ritardo mentale, autismo, epilessia, cecità, sordità, insufficienza polmonare e gravi infezioni.

I dati evidenziano che la conseguenza è molto più frequente in caso di aborto chirurgico (+22,7%) rispetto ai casi di aborto spontaneo (+9,3%). Nel loro insieme, l’aumento del rischio di una nascita pretermine è del 14%.

Il rischio più elevato è stato riscontrato in coloro sulle quali è stata praticata la tecnica “Dilatazione e Estrazione” – D & E (+27,9%), e in chi ha avuto più di un aborto chirurgico (+172%).

Questi pericoli per la salute delle donne e dei bambini non vengono detti a coloro che chiedono l’aborto. Perché? Non c’è il diritto al consenso informato?

Redazione

Fonte: LifeNews


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