23/09/2018

Aborto è femminicidio, anche in Europa

Ricorderete i manifesti di CitizenGo “democraticamente” censurati dal Comune di Roma (così come quelli di ProVita): dicevano che  l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo.

Quei manifesti dicevano una cruda verità (scomoda e politicamente scorretta, ma tremendamente vera). E purtroppo i femminicidi che non disturbano le femministe (perché la violenza è fatta su donne piccole, non ancora nate) non accadono solo in Cina e in India, ma anche nel “democratico” Occidente tanto teso alla tutela dei diritti delle donne, alle quote rosa, alla “parità di genere” ecc ecc.

Nel Regno Unito, per esempio, mancano all’appello dalle 1500 alle 4700 bambine. 

Nelle notizie che andranno ad aggiungersi alla crescente preoccupazione per l’introduzione da parte del Governo inglese di test prenatali non invasivi (NIPT), un’indagine condotta da Victoria Derbyshire ha rilevato che migliaia di donne britanniche usano i NIPT per selezionare il sesso del nascituro.

Di contro, Naz Shah, parlamentare laburista, ha chiesto il divieto di utilizzare il test a tal fine. Eppure, i parlamentari laburisti nel 2015 hanno votato contro un espresso divieto dell’aborto sesso selettivo (come se non fosse una discriminazione sessista…).

La strage delle bambine attraverso l’aborto selettivo del sesso (una questione esplorata da Fiorella Nash in The Abolition of Woman ) è un enorme problema in tutto il mondo, non solo in Cina e in India, con la cifra globale di femminicidi prenatali si aggira intorno ai 160 milioni. Nel Regno Unito, un’indagine dell’Independent ha rilevato che la pratica “ha ridotto la popolazione femminile di  1.500 – 4.700 persone”.

Nel 2015, Aisling Hubert, 22enne attivista a favore della vita, è stata  condannata a pagare le spese legali per una causa persa, dopo che il Crown Prosecution Service ha dichiarato che “non è nell’interesse pubblico” perseguire due medici che sono stati filmati mentre offrivano chiaramente la possibilità di eliminare le bambine in grembo per il solo motivo che erano femmine.

Gli abortisti, davanti ai femminicidi pre-nascita, per continuare a difendere l’aborto a tutti i costi, arrivano a sostenere anche l’aborto selettivo del sesso: è una scelta come un’altra, oppure negano l’esistenza del problema. In un comunicato stampa, il BPAS (British Pregnancy Advisory Service) insiste che «l’aborto sesso selettivo non si verifica di routine nel Regno Unito» e si è opposto alla proposta  di vietare i test per determinare il sesso fetale.

Va notato anche che mentre condannava lo screening e l’aborto delle bambine come “moralmente sbagliato”, Naz Shah sosteneva che fosse legittimo l’aborto eugenetico per eliminare i bambini con disabilità, come la sindrome di Down che sono, infatti, selezionati ed eliminati  sempre di più da quando , nel 2016,  il governo ha promosso il  NIPT.

In chiusura, segnaliamo il trailer del documentario It’s a girl, prodotto dalla casa cinematografica americana Shadowline Film e distribuito nelle sale nel 2013.

SPUC (Society For the Protection of Unborn Children)

Traduzione con adattamenti a cura della Redazione

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