17/05/2016

Aborto ed omosessualismo invadono l’Irlanda

Tra pressioni per introdurre l’aborto e l’invasione dell’ideologia omosessualista, l’Irlanda pian piano sta per essere annientata.

Due notizie ci danno il polso della triste situazione in quella che fino a non molto tempo fa era una delle terre più cattoliche e “tradizionali” del mondo.

La prima. Apprendiamo da AgendaEurope che Katherine Zappone è stata nominata ministro per l’infanzia e la gioventù. Il nome è per noi sconosciuto e qualcuno giustamente si potrebbe chiedere dove stia la notizia.

Ebbene, bisogna sapere che la signora in questione è dichiaratamente lesbica e accesa militante della causa LGBT. Non solo. La Zappone ha avuto un ruolo fondamentale nella campagna referendaria dello scorso anno per ottenere il riconoscimento definitivo del “matrimonio” tra persone dello stesso sesso in Irlanda. E, dopo la vittoria, ha sposato la sua compagna, dando l’esempio.

Il problema evidentemente non è dato dai gusti sessuali del nuovo ministro, ma dalla sua attività politica impregnata di ideologia LGBT. Averle affidato il dicastero dell’infanzia e della gioventù lascia presagire quale futuro spetta alle nuove generazioni di irlandesi... L’indottrinamento, d’altra parte, deve partire dai primi anni di vita, in modo da creare “uomini nuovi”, totalmente proni all’agenda omosessualista.

Seconda notizia, che poi non è proprio una novità. LifeNews ci informa che l’Onu torna ancora una volta a fare pressioni sul nuovo governo irlandese (le elezioni si sono tenute dieci settimane fa) perché legalizzi l’aborto.

Evidentemente le preoccupazioni delle Nazioni Unite non sono le guerre, i morti di fame, il terrorismo dell’Isis, il genocidio dei cristiani per mano dei radicali islamici, la violazione di ogni diritto umano in Cina o Corea del Nord (tanto per fare due esempi) o, per restare in tema, i milioni di bambini uccisi ogni anno nel mondo a causa dell’aborto.

No. L’Onu pensa solo a spingere un piccolo Paese europeo ad introdurre finalmente l’omicidio di Stato. In nome, ovviamente ed ipocritamente, della libertà delle donne. E per ottenere questo, ogni mezzo, come la menzogna ed i ricatti, è buono.

Noi auspichiamo che la grande Irlanda, che per secoli è stata orgogliosa della sua identità, lottando per la propria indipendenza con coraggio e abnegazione, riesca a resistere a queste pressioni indebite.

Redazione


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