07/04/2016

Aborto fuori legge in Polonia? Una lettera dei giornalisti

Grazie ad un‘iniziativa popolare contro l’aborto,  in Polonia, è stata elaborata una proposta di legge per proteggere tutti i bambini non nati in tutte le fasi del loro sviluppo (ne abbiamo parlato qui).

Nel sostenere questa proposta, più di 100 giornalisti ed editorialisti polacchi hanno firmato una lettera aperta ai membri del Parlamento,  per incoraggiare i legislatori a modificare la legge attuale. Non hanno esitato a schierarsi per il primo dei  diritti fondamentali: il diritto alla vita, per tutti.

Una gran parte dei politici polacchi (e non solo...) non vogliono toccare il tema dell’aborto, altri sono decisamente a favore dell’aborto: tutti costoro, però, sono già nati. Forse potrebbe smuovere la coscienza di qualcuno di loro immaginare di essere su un aereo in volo cui sia stata strappata una portiera, a 30.000 piedi. immaginare di essere risucchiato fuori e il freddo che colpisce come un martello. Non riuscire a respirare, il sistema nervoso e il cuore sta per cedere... e mentre così si muore, si sentono delle voci che dicono: “Erano solo dei politici indesiderati...”

La lettera aperta dei giornalisti contro l’aborto dice così:

“Per i membri del Parlamento
Nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, un’ostetrica di nome Stanisława Leszczyńska ha difeso le donne incinta e i loro bambini. Li ha protetti contro il freddo, lo squallore e i parassiti. Ha offerto loro aiuto, calore e gentilezza. Nella difesa della vita non ha mai accettato alcun compromesso e non ha mai partecipato all’uccisione di bambini non ancora nati. A rischio della propria vita, ha sfidato l’assassino e abortista Josef Mengele.

Oggi molti ospedali polacchi sono diventati luoghi di morte per i bambini nel grembo materno. Luoghi in cui non c’è aiuto, calore, o gentilezza. I medici e il personale medico uccidono i bambini. Alcuni lo fanno per paura di dover subire delle conseguenze o di perdere il posto di lavoro. Questa situazione è il risultato delle leggi attuali della Polonia.

A voi, membri del Parlamento, è possibile cambiare le cose. È possibile ancora una volta dare alla legge il suo peso morale. E’ vero che vi sarà pressione da parte dell’Unione Europea, da parte delle lobby abortiste e delle cliniche per la fertilità. Ma, a differenza di Stanisława Leszczyńska, non avrete nessuno che vi minaccerà di morte.

E’ tempo di mettere fuori legge l’uccisione dei bambini non nati, in Polonia”.

Sei Paesi hanno attualmente un divieto totale di aborto: Città del Vaticano, Malta, la Repubblica Dominicana, El Salvador, il Nicaragua e il Cile.

Chissà se la Polonia potrà essere il settimo.

Resta solo un dubbio. Pare che la proposta di legge preveda come unica possibilità di abortire il caso di pericolo di vita della madre. Messa così sembrerebbe cosa giusta.

All’occhio attento del giurista, però, c’è una grande differenza tra “l’ammettere l’aborto” – anche se in un caso estremo, e il “non punire l’aborto” quando sia una conseguenza necessaria e inevitabile per salvare la vita della madre.

Pare inoltre che la proposta di legge preveda il carcere per la donna che abortisse: non ci sembra appropriato. Il carcere può andar bene per i medici che ci guadagnano sopra, o per chi istiga o costringe la donna all’aborto. Per la madre, ove sia riconosciuta colpevole, si potrebbe ipotizzare una pena simbolica, come un servizio socialmente utile. Particolarmente utile – nella fattispecie – anche a prevenire o a curare la sindrome post abortiva.

Redazione

 

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