Un’altra bella storia a lieto fine: che serva a dare coraggio e speranza a tutte le persone che si trovano di fronte alla terribile “scelta” dell’aborto “terapeutico”.
La peggiore notizia ricevuta da Courtney Mitchell in tutta la sua vita, le è stata data quando era incinta di 20 settimane.
Si era sottoposta all’ecografia di routine e il medico ha scoperto strane sacche di liquido nella placenta... Dopo una seconda ecografia, i medici hanno detto a Courtney e a suo marito, Chris, che il bambino aveva problemi genetici e che probabilmente non avrebbe potuto vivere al di fuori del grembo materno: aveva meno dell’1 per cento di probabilità di sopravvivenza.
Ad aggravare la cosa i medici hanno detto che anche la vita della giovane madre era in pericolo: aveva una specie di cancro nella placenta che avrebbe potuto diffondersi ad altri organi.
Prescrivono perciò un aborto immediato.
La giovane coppia, però, non se la sente proprio di uccidere il bambino. Si sono rifugiati nella fede e nella preghiera e la gravidanza è andata avanti, strettamente monitorata, con ricoveri frequenti.
Courtney e Chris pregavano affinché la gravidanza potesse durare almeno fino a 24 settimane, quando i bambini hanno una buona probabilità di sopravvivere al di fuori dell’utero.
“[...] Ma Dio non solo ci ha esaudito: mi ha permesso di portarlo fino a 30 settimane!”, ha detto Courtney.
Così Eli è nato il primo aprile: pesava 2 chili ma, nonostante le fosche previsioni del medico, era sano. I suoi test genetici sono risultati normali. Un bel “Pesce d’Aprile” proprio per tutti!
Ha trascorso 55 giorni in terapia intensiva neonatale e poi è tornato a casa.
Oggi, è un vispo bimbetto di nove mesi, che potete vedere ritratto sotto l’albero di Natale. Questa e altre foto con la storia di Eli potete vederle sulla sua pagina Facebook.
Redazione
Fonte: LifeNews