03/08/2016

Aborto: in Argentina resta vietato. Parola del presidente Macri

In Argentina l‘aborto continuerà ad essere un crimine.

A dichiararlo è stato il presidente Mauricio Macri, intervistato dall’agenzia messicana Notimex.

Il Capo dello Stato, eletto nell’ottobre scorso, ha confermato la volontà di difendere il diritto alla vita, senza il quale non è possibile godere di tutti gli altri.

«Mettere al mondo un bambino – ha affermato – è una delle cose più belle che possano accadere ad una coppia; una persona è l’espressione di amore più bella che si possa avere. Mi metto sempre dalla parte della difesa della vita».

Ragion per cui, durante il suo mandato presidenziale, Macri non depenalizzerà l’aborto.

L’intervista è stata rilasciata mentre in Argentina è in corso una polemica utile alla battaglia ideologica degli abortisti. Da tempo infatti numerose associazioni femministe stanno tentando di legalizzare l’omicidio dei bambini non ancora nati, ma finora sono sempre state sconfitte.  Ebbene, ora è stato montato ad arte il caso di una giovane di 27 anni di Tucumán, rea di aver abortito il figlio clandestinamente e per questo condannata a 2 anni di arresti domiciliari.

Amnesty International ha protestato duramente, chiedendo al Paese di iniziare a proteggere i diritti delle donne. A questa campagna si sono aggiunte – guarda un po’ che novità! – le pressioni delle Nazioni Unite. L’Onu vuole che l’aborto venga legalizzato in Argentina. Sempre in nome della salute delle donne (quella del bambino non interessa a nessuno a quanto pare...). A questo punto, non dobbiamo aver paura di dire e scrivere che tali organismi internazionali sono delle vere e proprie associazioni a delinquere. Basti pensare che solo lo scorso 15 luglio il Comitato di esperti delle Nazioni Unite che esamina l’applicazione  da parte degli Stati del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, ha raccomandato al Paese di riformare il Codice Penale.

Detto Codice – va ricordato – protegge la vita dei nascituri e punisce con il carcere chi si macchia del crimine dell’aborto, compresa la madre. Le uniche eccezioni ammesse per evitare la condanna sono i due casi in cui l’aborto è necessario per salvare la vita della donna (oggi questa fattispecie è sempre più rara, visti anche i progressi della medicina) o se si è di fronte ad uno stupro.

Sappiamo che Macri è culturalmente alquanto succube della sinistra. Però al momento gli va dato atto di aver dimostrato coraggio e determinazione con il suo forte e chiaro “No” all’aborto, senza se e senza ma. Posizione espressa nitidamente anche a conclusione dell’XI Congresso Eucaristico Nazionale, alcune settimane fa, quando ha fatto riferimento alla difesa della vita dal concepimento alla morte naturale recitando una preghiera in qualità di Capo dello Stato.

Tra l’altro, accanto a tali dichiarazioni, vanno evidenziate quelle relativamente alla legalizzazione della cannabis (tema che ormai è sul tavolo pure in Italia). Nell’intervista a Notimex, Macri si è detto molto scettico al riguardo e ha spiegato che laddove c’è stata legalizzazione, come in Uruguay, i risultati sono stati disastrosi. 

Evidentemente non tutto è perduto. Ed è per questo che bisogna continuare a dare battaglia.

Federico Catani

Fonte: Actuall

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