22/07/2017

Aborto in Cile: il governo incassa una battuta d’arresto

L’aborto in Cile subisce una piccola – ma comunque positiva – battuta d’arresto.

Stiamo seguendo attentamente quello che accade nel Paese sudamericano e mentre alcuni giorni fa avevamo dato la notizia dell’approvazione dell’aborto al Senato, oggi apprendiamo che la Camera (dove già il voto a favore era stato espresso un anno fa) non ha dato il suo placet a tutte le modifiche effettuate al disegno di legge. 

Nonostante la fretta messa dal governo socialista e nonostante i molti tradimenti di vari esponenti della Democrazia cristiana, il testo che mira a depenalizzare l’aborto ha subito uno stop. Per l’astensione di un deputato democristiano infatti, non è passato l’articolo relativo alle ragazzine minori di 14 anni.

In breve, il progetto di legge licenziato dal Senato, prevedeva che le ragazze con meno di 14 anni avrebbero potuto abortire anche senza il consenso dei genitori rivolgendosi al tribunale.

Ebbene, ora la discussione passerà ad una Commissione mista di 5 deputati e 5 senatori. L’iter legislativo pertanto si allunga anche se dalle parti della Moneda (il palazzo presidenziale a Santiago del Cile) fanno sapere che si tenterà tutto il possibile per accorciare i tempi e promulgare quanto prima la legge omicida.

L’opposizione, come abbiamo già scritto, chiederà alla Corte Suprema di dichiarare incostituzionale la depenalizzazione dell’aborto, ma attualmente – a causa delle idee dei giudici membri del Tribunale – vi sono poche probabilità che questo avvenga.

Ancora una volta però dobbiamo riflettere sul ruolo dei democristiani (perché è un ragionamento validissimo pure per l’Italia): nonostante alcuni coraggiosi esponenti che hanno reso onore all’appellativo di ‘cristiano’ del loro partito e che dunque si sono opposti all’aborto, molti altri hanno tenuto un atteggiamento pilatesco e spesso addirittura complice della legge omicida. Così come nel 1917 il moderato Alexander Kerensky preparò la strada alla rivoluzione comunista di ottobre e così come – tanto per fare un esempio cileno – il democristiano Eduardo Frei alla fine degli anni Sessanta preparò il terreno per il governo socialista (e abortista) di Salvador Allende, così fanno i “centristi” di oggi e di tutti i tempi: con la scusa del dialogo e della moderazione, traghettano l’opinione pubblica verso gli anti-valori rivoluzionari, come il ‘matrimonio’ omosessuale, la fecondazione artificiale, l’eutanasia e, per l’appunto, l’aborto.

Possibile che in molti – specie tra i cattolici – non se ne siano ancora resi conto e continuino a votare il cosiddetto centro cristiano-democratico? Sbagliare è umano, perseverare diabolico...

Federico Catani

Fonte: El Demócrata


AGISCI ANCHE TU, FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE: NO all’eutanasia! NO alle DAT!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.