05/07/2016

Aborto: in migliaia alla Marcia per la Vita di Belfast

Lo scorso sabato 2 luglio a Belfast, capitale dell’Irlanda del Nord, alcune migliaia di persone hanno manifestato contro l’aborto nell’ormai tradizionale Marcia per la Vita.

L’evento, chiamato Rally for Life, si svolge da dieci anni a Dublino e a Belfast, unendo così tutti i militanti pro-life d’Irlanda.

Il tema di questa edizione è stato “Lo stato di essere umano inizia dal concepimento” (Personhood begins at conception).

La legislazione vigente nell’isola, come ci ricorda l’Irish Times, consente l’aborto solo nel caso in cui sia a rischio la vita della madre o se vi sia un serio pericolo per la sua salute fisica o mentale (ma quest’ultima fattispecie vale solo nell’Ulster). Pertanto, vi sono grandi pressioni internazionali, dall’Onu ad Amnesty International, tanto per fare due esempi, volte a costringere i due Paesi ad “aprirsi” e a “modernizzarsi” concedendo maggiori “diritti” alle donne: vale a dire legalizzando senza limiti l’omicidio dei bambini.

La maggioranza degli irlandesi, però, resta tenacemente e convintamente favorevole a difendere la vita sempre, sin dal momento del concepimento.

Secondo le parole della portavoce di Precious Life Bernadette Smyth, la Marcia ha voluto essere un monito ai politici e ai mass media, affinché vengano protetti tutti i bambini non ancora nati, specialmente quelli affetti da disabilità. Da parte di alcuni settori infatti si sta chiedendo da tempo di legalizzare l’aborto in caso di malformazione del feto, per un presunto e falso sentimento di pietà. Per ottenere ciò, il primo passo è convincere l’opinione pubblica che nella pancia della mamma non c’è alcun bambino, alcuna persona umana, ma soltanto un grumo di cellule.

A Belfast le testimonianze contrarie all’aborto sono state numerose. Si è detto ad esempio che al posto della facile soluzione costituita dall’omicidio dei bimbi malati si potrebbe piuttosto investire sulle cure palliative e sulla terapia pre-natale. Le lobby mortifere però, in tal modo non potrebbero lucrare...

Si è anche ripetuto che per la donna l’aborto è sempre una tragedia, un dolore che si porterà dietro tutta la vita, mentre accogliere un figlio, seppur tra le difficoltà, come ad esempio in caso di stupro o malformazione, è una scelta di cui non ci si pentirà mai, ma al contrario riempirà la vita. Lo Stato dovrebbe sostenere e aiutare le famiglie in difficoltà e non abbandonarle a stesse presentando come unica “via di uscita” l’eliminazione del bambino.

Riflessioni vere e belle, che purtroppo i fautori dell’aborto non vogliono sentir ripetere. Contemporaneamente alla Marcia per la Vita, infatti, un migliaio di persone ha manifestato contro la legislazione restrittiva dei due Paesi e ha invocato maggiori “diritti” per le donne.

Da una parte il popolo della vita, dall’altra quello della morte. La battaglia da fare è proprio questa e bisogna scegliere: o con la vita o con la morte.

Redazione


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