Aborto legale? No, grazie.
È questa la massiccia risposta che viene dal continente latinoamericano, che continua a confermarsi – nonostante tutti i tentativi politici di segno contrario – decisamente a favore del diritto alla vita sin dal concepimento.
Il dato è frutto di un sondaggio della CNN di lingua spagnola. Mentre nelle scorse settimane si parlava di depenalizzare l’aborto nella Repubblica Dominicana (tentativo fallito), la catena di informazione ha chiesto: “Sei favorevole a legalizzare l’aborto?”.
Alla domanda hanno risposto 25.487 persone, delle quali il 69% si è detto assolutamente contrario, contro un 31% di favorevoli. Sia quale sia la rappresentatività dell’inchiesta, appare comunque abbastanza evidente che i latinoamericani di aborto non vogliono sentir parlare.
Ma di questo ovviamente i mezzi di comunicazione non parlano. Alla cultura della morte e alle lobby che la propagano è molto più comodo e utile far credere che l’opinione pubblica mondiale è inesorabilmente e convintamente schierata per il fronte abortista. Noi però sappiamo che non è così. E non solo in America Latina. Basti pensare ad esempio agli Stati Uniti.
Ad ogni modo, il sondaggio della sezione spagnola della CNN ha ricevuto diverse critiche. Molti antiabortisti su Twitter si sono chiesti come mai non vengano poste domande sui crimini perpetrati da Planned Parenthood e hanno ribadito sia che l’aborto è un omicidio prenatale, sia che nessuno può arrogarsi il diritto (o, meglio, l’arbitrio) di decidere sulla vita degli altri.
Carlos Polo, responsabile latinoamericano del Population Research Institute, ha dichiarato che le leggi vanno approvate per proteggere la vita, non per sopprimerla.
Da parte sua, Luis Losada, direttore delle campagne di CitizenGo, ha voluto invece sottolineare il significativo dato che emerge dal sondaggio: nonostante le pressioni internazionali, le lobby ideologiche interne ai singoli Paesi e tutte le difficoltà cui si può andare incontro, la maggioranza della popolazione è contraria all’aborto. Questa è la realtà. E da qui bisogna partire per difendere i concepiti.
Redazione
Fonte: Aci Prensa
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