19/04/2016

Aborto – La sindrome post abortiva è “un’invenzione dei preti”?

​Kristen Hatten è la  vicepresidente di  New Wave Feminists. Ha postato questa lettera indirizzata alle donne che hanno avuto un aborto, che è apparsa anche su sul sito LifeSiteNews.com.

Facciamo nostro il pathos di cui è carica, e vorremmo potesse raggiungere tutti coloro che dicono ancora che la sindrome post aborto è un’invenzione dei preti.

“La maggior parte delle donne che mi scrivono, hanno una storia d’aborto  da qualche parte nella loro vita.
Nessuna di loro ha mai detto che ha davvero scelto di abortire o che non ha mai messo in discussione la sua scelta. Le parole ricorrenti nei loro discorsi sono sempre ‘costrizione’, ‘solitudine’, ‘terrore’, ‘rammarico’ e ‘tortura’ e ‘depressione’ e ‘negazione'”.

Anche prima di diventare una pro-life, non ho mai incontrato una madre che si sia pentita di avere portato a termine la gravidanza, e non ho mai incontrato una donna che non si sia sentita ferita e abbattuta per avere  abortito, prima o poi. Anche dopo molto tempo.
Alcune sentono apertamente il dolore, altre sono solo profondamente arrabbiate. Ad ogni modo, in fondo, stanno molto male.

A tutte le donne che hanno abortito vorrei dire “so che ti fa male”.

Non voglio che pensino  che sto solo cercando di vincere per puntiglio dialettico.
Il mondo e il mondo dei prolife non ha né rabbia né rancore verso di voi.
Non voglio dirvi nulla circa se è lecito o no avere il diritto di fare quello che hai fatto. Non ho niente da dirvi circa la legge o diritti delle donne o lo sviluppo fetale.

So che vi sentite come in colpa perché provate qualcosa per il vostro bambino. Sappiate che quello che sentite è normale. Quello che sentite è il dolore per la perdita di vostro figlio.

Ora, dovete chiedere e ricevere il perdono e arriverà anche la guarigione per tutto questo male.

E’ bene piangere. E’ normale sentirsi in subbuglio. E’ normale avere rimpianti. E’ bene essere arrabbiati. Anche io sono arrabbiata con me stessa in questo momento. Fidatevi di me, sono un essere umano, quindi so cos’è il dolore.

Ci sono persone che vi possono parlare. Ci sono cose che si possono leggere e fare e imparare e scoprire che vi aiuteranno a guarire. Nessuno vi vuole “giudicare”. Nessuno pensa che vi meritiate di soffrire o di essere punite. Chiunque voi siate, io sinceramente prego per la vostra guarigione e perché possiate recuperare la felicità vera”.

“Il problema che si riscontra con le “soluzioni” (come l’aborto) prospettate dal femminismo maggioritario, alla moda, è che si presume che la nostra “uguaglianza” con l’uomo debba abbassarci a al loro livello imperfetto, a degli standard inferiori. Con l’aborto, ci dicono, possiamo evitare le responsabilità. Sarebbe invece auspicabile elevare gli uomini a standard che sarebbero migliori non solo per tutta la società, ma per significherebbero migliorare gli uomini stessi, sotto ogni punto di vista”. (Bureeda Bruner)

Traduzione a cura della Redazione

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