22/05/2019

Aborto negli USA: Alabama e New York agli antipodi

Con la firma del governatore Kay Ivey allo Human Life Protection Act, l’Alabama ha introdotto la legislazione più restrittiva in materia di aborto in tutti gli Stati Uniti d’America. Non sarà più consentito interrompere la gravidanza in nessun momento dei nove mesi, nemmeno per ragioni di “salute mentale ed emotiva” alterata, né di incesto o stupro. Unica eccezione: gravi rischi per la salute fisica della gestante. Le pene per i trasgressori prevedono fino a dieci anni di carcere e fino a 15 mila dollari di multa.

L’Alabama non è il primo Stato ad aver introdotto restrizioni alla sentenza Roe vs. Wade del 1973, che legalizzava l’aborto fino al sesto mese. È appena di un mese fa, l’approvazione di una legge in Ohio che lo vieta a partire dal primo battito cardiaco accertato del feto, ovvero dalla sesta settimana. Una normativa simile è prevista in Georgia, in Kentucky e in Mississippi. Lo Utah e l’Arkansas hanno ugualmente votato restrizioni analoghe ma più blande, rendendo possibile l’aborto fino alla diciottesima settimana. Anche Louisiana e Missouri si apprestano a votare per il medesimo schema nei rispettivi senati. Altri due Stati hanno fallito nell’intento restrittivo: in South Dakota il provvedimento è stato abrogato da un referendum nel 2006, mentre in Oklahoma, il governatore ha posto il veto nel 2016.

Gli Stati che vanno nella direzione opposta vedono New York a fare da battistrada. L’aborto tardivo legalizzato, tuttavia, non è una novità, essendo vigente già in altri sette Stati: Alaska, Colorado, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, Oregon, Vermont, oltre a Washington DC. Inoltre, sono in totale venti gli Stati che, non solamente in caso di rischio per la vita della gestante, consentono la soppressione del feto anche oltre la ventunesima settimana. Diciassette Stati lo vietano dopo 22 settimane di gestazione, mentre altri nove richiedono la certificazione che l’aborto tardivo è necessario.

Secondo i pro choice qualunque restrizione al di sotto del sesto mese è da considerarsi un “bando totale” dell’aborto, in completa contraddizione con la Roe vs. Wade. Un effetto, quest’ultimo, deliberatamente cercato dagli estensori della nuova legge dell’Alabama che, in questo modo, intendono sollecitare un nuovo intervento della Corte Suprema, al fine di revisionare in senso pro life la sentenza del 1973.

Luca Marcolivio

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