18/12/2015

Aborto – Petizione in Austria per chiedere trasparenza

L’Austria è l’unico Paese in Europa, oltre al Lussemburgo, che non raccoglie informazioni statistiche relative all’aborto “legale”, ovvero “non punibile”.

Eppure tali dati, in particolare riguardanti le ragioni per cui le donne decidono di abortire, sarebbero di fondamentale importanza per aiutare chi vive una gravidanza con difficoltà. Sarebbero pure assai utili per capire quali potrebbero essere le migliori soluzioni atte a dare la vita ai bambini e non a sopprimerli con un omicidio mascherato da diritto.

AgendaEurope ci informa di una bella iniziativa cui hanno aderito oltre 50mila austriaci, che hanno firmato una petizione formale rivolta all’Assemblea nazionale per chiedere di iniziare a raccogliere informazioni statistiche attendibili sull’aborto nel Paese.

Senza dubbio, il modo migliore e più semplice per farlo sarebbe obbligare per legge il personale dei reparti di ginecologia a presentare almeno una dichiarazione anonima alle autorità di sanità pubblica su quanto è accaduto in ospedale.

Il mondo politico, però, è sempre stato abbastanza riottoso. Per più di quarant’anni, ad esempio, il Partito socialista austriaco ha bloccato qualsiasi tentativo di introdurre anche una anonima raccolta dati sul tema. Il motivo è facilmente intuibile. L’assenza di trasparenza consente ai cosiddetti pro-choice di dire ciò che politicamente è più utile ai loro scopi, come ad esempio sostenere che l’aborto non è così frequente o che senza una legalizzazione aumenterebbero di gran lunga gli aborti clandestini con i conseguenti decessi di molte donne. In pratica, la poca chiarezza favorisce il diffondersi della menzogna e anestetizza le coscienze di fronte all’omicidio silenzioso di tanti bambini.

Tuttavia, è stato incoraggiante veder sostenere la petizione anche dal politico socialista Erwin Buchinger, ex ministro degli Affari sociali e attualmente impegnato come mediatore con le persone che soffrono gravi disabilità. Buchinger, padre di un bambino portatore di handicap, ha peraltro dichiarato che gli aborti tardivi – permessi in Austria in caso di malformazione o malattia del feto – sono una “ingiustizia che grida al cielo”.

Che sia il segno di un risveglio a favore della vita?

Redazione

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