02/04/2015

Aborto – Polizia belga confisca cartelloni ai manifestanti prolife

Ieri mattina un gruppo di manifestanti, prevalentemente polacchi, hanno protestato contro l’ aborto a Bruxelles, davanti alla sede del Parlamento Europeo.

I prolifers portavano cartelli e striscioni che mettevano in tutta evidenza la macabra realtà dell’aborto e il sangue delle vittime innocenti.

Questo ha comportato l’intervento della polizia che ha tolto ai manifestanti dette immagini, in modo anche abbastanza spiccio – per non dire violento.

Le immagini della manifestazione possono essere viste qui.

Poca risonanza della cosa sulla stampa. Qualcuno – come al solito – si è indignato per la “violenza” della manifestazione.

La cultura della morte, infatti, per una strana proprietà transitiva usa l’aggettivo violento per manifestazioni assolutamente pacifiche che protestano contro la violenza dell’aborto. Se i manifestanti mostrano immagini della violenza stessa contro cui vogliono che la gente insorga, diventano manifestanti violenti.

Non so perché quelli che mostrano le immagini della shoah, per protestare contro il Nazismo, non sono mai stati accusati di violenza. Per loro questa proprietà transitiva non vale. Né mi risulta siano mai stati sequestrate le foto dei prigionieri e dei morti nei campi di concentramento nazisti.

Non parliamo poi degli spettacoli delle Femen (o simili) che rientrano nella libertà di espressione del pensiero, secondo alcuni. Davvero non-violenti.

Invece le immagini dell’aborto vanno censurate. Perché? Se l’aborto è “un diritto”, se non è un male, perché censurarlo?

Io capisco perfettamente che vedere i bambini piccini fatti a pezzi e il sangue non sia piacevole. Ma molti sostengono che non sono bambini...

In redazione sono una di quelli che ha molte remore nel mostrare le immagini della verità, più che altro per rispetto di quei poveri morticini.

Ma quando accadono questi episodi ipocriti di intolleranza e di repressione della libertà di dire e mostrare la verità, mi vado sempre più convincendo che forse mostrare il sacrificio di quei bambini può servire a far cambiare idea a qualcuno.

La gente deve capire cosa è e odiare l’aborto (il male), non coloro che lo mettono in evidenza.

Francesca Romana Poleggi

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