15/09/2018

Aborto spontaneo: il messaggio di James Van Der Beek

Il dolore di un aborto si può attraversare e vincere senza colpevolizzarsi, anche se la cicatrice rimane.

È il poderoso messaggio di James Van Der Beek, 41 anni, papà di cinque figli e orgoglioso marito di Kimberly Brook, sposata nel 2010.

La sua è la storia di un attore famoso, interpretava il protagonista della serie Dawson’s Creek, che ha usato il social network Instagram per parlare di una profonda sofferenza affrontata insieme alla sua famiglia. Purtroppo, più di una volta, sua moglie ha dovuto affrontare l’esperienza dell’aborto spontaneo fino al giorno in cui è nata la piccola Gwendolyn, pochi mesi fa.

Nonostante la famiglia numerosa, oggi si direbbe con una certa noncuranza così, lui e la sua Kimberly desideravano tanto avere un altro figlio. Ai suoi follower James Van Der Beek, ha spiegato le tre perdite che ha dovuto affrontare con la moglie.

Ma quello che colpisce è che James ha tenuto a fare alcune precisazioni sull’aborto spontaneo, a partire dall’etimologia della parola stessa. In lingua inglese, ‘miscarriage‘ (aborto spontaneo) non è una parola giusta per definire questo trauma, che rimane sì un fatto doloroso, ma che non è affatto qualcosa di sbagliato, come invece lascia intuire la traduzione. Non c’è alcuna colpa della donna, alcuna colpa del marito, una gravidanza è un dono che la natura porta a termine oppure no, ma che rimane tale.

Ecco la traduzione del suo post su Istagram: «Volevo dire una cosa o due sull’aborto spontaneo. Noi ne abbiamo avuti tre nel corso degli anni (l’ultimo poco prima dell’arrivo di questa principessa). Innanzitutto, andrebbe utilizzata una parola nuova. Mis-carriage, in un modo piuttosto insidioso, suggerisce che una madre ha sbagliato (mis) in qualcosa o non è stata brava a portare in grembo (carry). Dalla mia esperienza, ovviamente non facendo riferimento a casi estremi, l’aborto spontaneo non ha nulla a che vedere con ciò che una madre ha fatto o non ha fatto. Sarebbe ora di eliminare questo stigma, ancor prima di trattare l’argomento. È doloroso e straziante a livelli più profondi di quanto potreste mai immaginare. Non giudicate il vostro dolore e non provate a razionalizzarlo attraverso i luoghi comuni. Lasciatevi attraversare dalle sue onde e poi dategli il giusto spazio. Poi, quando ne sarete in grado… provate a riconoscere la forza che avete messo in campo per risollevarvi. Non sarete più gli stessi di prima. Alcune cose cambiano in base alle nostre decisioni, altre invece no perché l’Universo decide di crollarci addosso. Ma, in entrambi i casi, questi cambiamenti possono essere dei regali. Molte coppie finiscono per avvicinarsi. In molti genitori scatta un desiderio ancora più profondo di avere un figlio. E molte, moltissime coppie hanno altri bellissimi bambini».

La spiegazione del noto attore ha scatenato una discussione importante che ha coinvolto sulla piattaforma migliaia di uomini e donne.
Van Der Beek ha ragione sul fatto che tante donne soffrono per l’aborto spontaneo colpevolizzandosi senza motivo.
Uno studio americano del 2015 ha rilevato che, infatti, tra coloro che hanno avuto un aborto spontaneo, quasi la metà ha dichiarato di sentirsi in colpa, il 41% ha dichiarato di aver sentirsi sbagliata e il 28% si è vergognata. Più di un terzo pensava che avrebbe potuto impedire il suo aborto spontaneo.

«L’aborto spontaneo sembra essere un’esperienza unicamente personale, così molte donne e coppie si sentono molto isolate e sole», ha detto il dott. Zev Williams, professore di ostetricia e ginecologia presso l’Albert Einstein College of Medicine e Montefiore Medical Center a New York City. E  aggiunge: «Quando familiari, amici, personaggi pubblici o celebrità hanno rivelato le loro esperienze di aborto spontaneo, hanno contribuito a ridurre i sentimenti di isolamento».
Un messaggio potente dunque quello dell’ex idolo delle teenager, che fa riflettere anche sulla ferita indelebile che soffre chi non può vedere il proprio figlio.

Marta Moriconi

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