Che gruppi come la National Abortion Federation (NAF) o Planned Parenthood, oltre al ‘semplice’ aborto, squartino bambini e ne vendano parti e tessuti per fare business non fa scandalo. Anzi, sembra di capire che per qualcuno è addirittura meritevole.
Così sembra pensarla il giudice federale statunitense William Orrick, che una settimana fa ha condannato David Daleiden (nella foto sopra), ricercatore del Center for Medical Progress (CMP) al pagamento di un risarcimento di 137.000 dollari alla NAF.
Daleiden, lo ricordiamo, è l’eroe (sì, proprio così: eroe) che con i suoi video ha dimostrato in maniera lampante l’orribile traffico di vite umane che avviene nelle sedi di Planned Parenthood. È grazie a lui che tutto il mondo ha appreso degli orribili delitti sulla pelle di bambini e donne perpetrati dalla multinazionale. Ed è anche grazie a lui se ora negli Stati Uniti c’è un Presidente e un Parlamento che tenta di togliere fondi federali a questa macchina di morte. Oltretutto, già in diverse occasioni Daleiden è riuscito a far cadere tutte le accuse mossegli per il suo operato.
I video in cui i medici (o, meglio, i boia) di Planned Parenthood ridono, scherzano e parlano di come fare a pezzi i bambini abortiti per poi rivenderne i tessuti sono sul nostro sito e i Lettori possono vedere i vari articoli che abbiamo dedicato al tema.
Ma il caso per cui Daleiden è stato condannato lo scorso 17 luglio riguarda la National Abortion Federation e sempre per lo stesso motivo.
Ebbene, secondo il giudice federale, il ricercatore del CMP deve pagare questa ingente multa e consegnare tutti i filmati girati di nascosto.
La lobby dell’aborto è potente, si vergogna delle sue malefatte (perché sa benissimo che di malefatte si tratta) e dunque chiede la censura e la persecuzione giudiziaria verso i responsabili di questo macabro (ma fondamentale) scoop.
Ma la verità è più forte della menzogna e prima o poi trionfa sempre.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews
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