21/11/2015

Adozioni gay – Il Portogallo e il piano inclinato

Adozioni gay anche in Portogallo. Dopo la (relativa) buona notizia dei mesi scorsi in tema di aborto, ora ne arriva una cattiva.

Il Parlamento di Lisbona ha approvato ieri la legge che consentirà alle coppie omosessuali di adottare bambini.

Le associazioni Lgbt portoghesi l’hanno festeggiata come fosse una vittoria, che è il logico compimento di un iter iniziato nel 2010. Come ricorda il Jornal de Notícias, infatti, dopo vari tentativi andati a vuoto, il voto è arrivato cinque anni dopo la legalizzazione dei “matrimoni” tra persone dello stesso sesso.

A voler la legge è stata tutta la sinistra portoghese (socialisti, comunisti e Blocco di sinistra), con l’appoggio anche di 19 deputati del centro-destra. Ora la nuova normativa dovrà essere promulgata dal Presidente della Repubblica, Aníbal Cavaco Silva, che però nel 2010 si oppose alle “nozze gay”.

Il Portogallo diventa così il diciannovesimo Paese ad ammettere l’adozione gay. E non deve stupire. Presto o tardi è naturale che non si possa impedire a due omosessuali, “sposati”, di avere dei “figli”. Se il “matrimonio” gay è normale e non pone alcun tipo di problema, perché non si dovrebbe consentire l’adozione? Il caso portoghese costituisce inoltre l’ennesima dimostrazione della veridicità della teoria dello “slippery slope”, ovvero del “piano inclinato”: una volta aperta una pur piccola falla nella diga, prima o poi questa crolla. adozioni-gay_tribunale_roma_lesbiche

Le forze di sinistra sostengono che l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso non ha alcun effetto collaterale di ordine psicologico per i bambini, ignorando gli studi scientifici che dicono il contrario. Dunque bisogna smetterla con le discriminazioni in materia tra etero ed omosessuali. Peraltro, nel 2013 il Portogallo ha ammesso che uno dei due coniugi di un “matrimonio gay” possa adottare, dopo le “nozze”, i figli del partner: in pratica è consentita la cosiddetta stepchild adoption. Sarebbe allora effettivamente un controsenso negare i medesimi “diritti” alle coppie omosessuali.

Non solo. Lisbona ha anche stabilito che d’ora in poi potranno accedere alla fecondazione artificiale pure le coppie formate da due donne.

La lezione portoghese deve servire di monito all’Italia. Se passano le unioni civili con annessa stepchild adoption (e conseguente utero in affitto), presto si arriverà al “matrimonio” e poi all’adozione gay tout court.

Federico Catani

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