26/04/2018

Alfie cittadino italiano, qualcuno vede un “pericolo”.

I Giudici inglesi vorrebbero far morire Alfie “nel suo migliore interesse” e contro la volontà dei genitori, mentre un trasferimento in un altro ospedale sarebbe, per loro, inumano.

D’altro canto, l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e il Gaslini di Genova sarebbero disposti a curare il piccolo. Per facilitare ciò, il Consiglio dei ministri, su proposta di Marco Minniti, ha deciso di concedergli la cittadinanza italiana.

Commenta la vicenda Michela Marzano, già deputata PD e docente di Filosofia morale all’Université Paris Descartes, come leggiamo su La Repubblica, in questo articolo.

Alfie

A detta della docente, «”l’immediato trasferimento in Italia” di un bambino di 23 mesi tenuto in vita solo dalle macchine» sarebbe incomprensibile, se i nostri politici non si preoccupassero allo stesso modo dello ius soli. Peccato che qui si tratti di un bambino che a momenti potrebbe essere ucciso.

E, dunque, appellandosi a una legge che anche in Italia vieta di somministrare “cure inutili o sproporzionate” ai pazienti, ritiene insensato accogliere un bambino «la cui vita dipende ormai solo dall’accanimento terapeutico».

Ma abbiamo già spiegato che prendersi cura di Alfie non è accanimento terapeutico. Ha una malattia degenerativa “inguaribile”, non “incurabile”. Sarebbe sproporzionato, nel suo caso, tentare terapie sperimentali, non accompagnarlo con amore e cure palliative fino all’ultimo istante della sua vita, senza indurre la morte.

Ma, nella decisione di conferire ad Alfie la cittadinanza italiana, la docente sospetta un “pericolo”: quello di «rimettere in discussione l’accesso all’Ivg [...] non avere il coraggio di affrontare il tema dell’eutanasia o del suicidio assistito [...] avallare il pregiudizio di chi ancora immagina che sospendere l’alimentazione artificiale di un paziente significhi farlo morire di fame».

Sugli innumerevoli mali che provengono da aborto ed eutanasia direi che ne abbiamo già parlato. Resterebbe da chiedersi quale sia la differenza tra sospendere l’alimentazione artificiale di un paziente e farlo morire di fame e di sete.

Ora la docente spera che anche ai tanti stranieri nati nel nostro Paese sia riconosciuta la cittadinanza italiana, auspicando che lo “spiraglio” di cui parla la Meloni (per la salvezza di Alfie) si apra anche a loro.

Sulla vicenda di Alfie, perfino taluni esponeti radicali eutanasisti convinti (come Beppino Englaro) sono dell’idea che i genitori dovrebbero essere liberi di portare il bambino dove vogliono.

Onore al merito della professoressa Marzano, che ha il coraggio di scrivere pubblicamente come la pensa in materia.

Redazione

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