29/03/2018

Alfie condannato a morte: per la Cedu non ha diritti umani

Alfie Evans è stato condannato a morte dall’ospedale Alder Hey di Liverpool dove è ricoverato (per una malattia degenerativa misteriosa). La condanna è stata confermata dai giudici di Sua Maestà Britannica e anche dalla Cedu, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha sede a Strasburgo, e che evidentemente non riconosce diritti né ad Alfie, né ai suoi genitori: forse perché non li ritiene esseri umani.

I genitori di Alfie avrebbero voluto portarlo al Bambin Gesù di Roma, dove l’avrebbero accolto e “curato”: perché laddove non si può guarire, ci si dovrebbe prendere cura dei malati.

Ieri un portavoce della Cedu ha affermato che  la domanda dei genitori di Alfie è inammissibile.

Come per Charlie Gard, Isaiah Haastrup e chissà quanti altri bambini, la Cedu se ne lava pilatesacamente le mani.

Alfie non sta morendo. La sua salute è stabile. Sta crescendo, prende peso, risponde.

Gli Evans hanno anche chiesto all’ Alder Hey se potevano portare Alfie a casa con le strutture e l’assistenza  privata (senza oneri per la collettività): gli  è stato negato anche questo, come per Charlie Gard.

Quindi, la violazione dei diritti umani cui la Cedu assiste impassibile è duplice: al  piccolo Alfie è negato il diritto di vivere e di morire naturalmente ricevendo fino alla fine l’amore dei suoi cari; ai suoi è negata la potestà genitoriale: quello che in genere accade ai scellerati che abbandonano o abusano dei figli.

Lo Stato che schiacchia e calpesta i corpi intermedi (in questo caso la famiglia) è uno Stato totalitario.

Redazione

Fonte: LifeNews


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