02/08/2018

Antidoto a RU486 salva due gemelli: medico denunciato

Da 11 anni George Delgado e Matt Harrison hanno lanciato l’antidoto alla RU486 – che funziona – e gli abortisti sono furibondi: quando si inceppa la macchina della morte qualcuno proprio perde il lume della ragione (anche i social hanno tentato la censura dell’Abortion Pill Reversal!).

La scorsa settimana è accaduta un’ennesima vicenda significativa.

Il dottor William Lile, in Florida, ha potuto aiutare una donna che aveva preso la RU486 a salvare non uno ma due bambini, dato che era incinta di due gemelli.

All’ottava settimana di gravidanza, la donna si era recata in una clinica per abortire e ha preso la prima delle due pillole di cui è composta la RU486, il mifepristone, che blocca il progesterone e fa morire il bambino in grembo per mancanza di nutrimento.
Ma prima di prendere la seconda pillola, il misoprostol, che provoca le contrazioni e l’espulsione del morticino, la donna, pentita, si è rivolta al dottor Lile che, secondo il protocollo previsto dall’Abortion Pill Reversal (supportato da una rete di 350 operatori sanitari e una linea diretta 24/7 [1-877-558-0333], ora gestita da Heartbeat International attraverso OptionLine) ha fornito una massiccia dose di progesterone extra, usando un farmaco chiamato Prometrium, che normalmente si usa per contrastare le minacce d’aborto spontaneo.

Un mese dopo, a 12 settimane di gestazione, i gemellini hanno battito cardiaco normale e stanno bene.

Sennonché contro Lile è stata presentata una denuncia anonima da parte di un abortista e il medico è stato deferito davanti al consiglio di disciplina dell’ordine per avere usato impropriamente il Prometrium. Il comitato di revisione istituzionale, però, ha ritenuto ragionevole l’uso del farmaco dopo un tentativo di aborto chimico con RU486 e ha giudicato le azioni del dottor Lile professionali, appropriate e buone pratiche mediche.

Ad oggi, oltre 500 donne hanno usato l’antidoto alla RU486 con successo. Uno studio pubblicato nello scorso aprile, condotto su 754 donne pentite d’aver preso la RU486 ha riportato un tasso di successo dell’Abortion Pill Revarsal del 68%.
Eppure gli abortisti, i cosiddetti “pro choice“, per la scelta, insistono nel voler combattere con ogni mezzo contro l’antidoto alla RU486: loro difendono solo la scelta di uccidere. La scelta della stessa donna di rimediare al male intrapreso, quella no, non va difesa. Forse per loro valgono solo le scelte di morte.

Redazione

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