01/06/2019

Argentina: carcere per il medico che ha salvato bimbo e madre dall’aborto?

Un medico in Argentina è stato riconosciuto colpevole di non aver compiuto i suoi doveri di dipendente pubblico dopo essersi rifiutato di eseguire un aborto legale, ma tardivo, su una donna incinta di 23 settimane. Va da sé che sia la donna sia il bambino stanno benissimo, vivi e vegeti, ma il medico potrebbe essere condannato penalmente per… aver salvato entrambi.

Una follia, ecco la storia con qualche dettaglio legale in più. Il dottor Leandro Rodriguez Lastra, è stato processato nella città argentina di Cipolletti per “;violenza ostetrica”, e sarà condannato durante un’audizione speciale nelle prossime settimane da un tribunale penale. Il dr. Rodriguez Lastra potrebbe ricevere una condanna a una pena detentiva fino a due anni, il che vuol dire che se dovesse rifiutare nuovamente un aborto legale verrebbe immediatamente mandato in prigione. È stato anche minacciato di essere cancellato dal registro dei medici autorizzati, il che significherebbe perdere definitivamente il suo lavoro. Il 21 maggio è stato giudicato colpevole di “;responsabilità penale” per aver ignorato la legge sull’aborto e per “;omissione”.  «Agirei di nuovo nello stesso modo perché la morte di un bambino non peserà sulla mia coscienza», ha dichiarato, e ha anche descritto l’orrore di un aborto tardivo e ha insistito sul fatto che il suo scopo è stato quello di «salvare entrambe le vite»: quella della madre e quella del bambino.

Rodriguez Lastra teneva la mano della moglie mentre il verdetto veniva letto. Ha detto alla stampa che è ancora convinto di essere innocente e non si aspettava di essere riconosciuto colpevole. Farà ricorso contro la sentenza. Il processo ha ricevuto molta attenzione da parte dei media in Argentina, dove l’aborto rimane illegale in linea di principio, ma non è punibile nei cosiddetti “;casi estremi” come la gravidanza risultante da stupro o abuso sessuale di una donna con problemi mentali o pericolo per la vita della donna, a seguito di una sentenza della Corte Suprema federale. Nella provincia di Rio Negro un protocollo legale ha confermato queste “;eccezioni” e fornisce alle donne il diritto legale di ottenere l’aborto in un ospedale pubblico quando ricorrono.

Secondo l’accusa, Rodriguez non era elencato tra gli obiettori di coscienza della struttura ospedaliera e poiché «ha fatto tutto il possibile per non eseguire l’aborto», hanno chiesto che fosse condannato per «aver ostacolato una procedura legale di aborto». Durante le udienze, iniziate il 13 maggio e durate quattro giorni, è stato chiarito che la donna si è presentata nella vicina città di Fernandez Oro dove ha affermato di essere stata violentata da un membro della famiglia, dunque non aveva alcun obbligo di dimostrare il fatto che la sua gravidanza fosse realmente il risultato di violenza sessuale, né era tenuta a fornire l’identità del suo aggressore.

I dottori di Fernandez Oro hanno ammesso durante le audizioni che hanno poi consigliato alla giovane donna di cercare aiuto da una Ong femminista, La Revuelta. Hanno anche ammesso di non aver mai fornito informazioni mediche complete sulla paziente ai loro colleghi dell’ospedale di Cipolletti. Nei giorni seguenti alla prima visita, la donna si era presentata all’ospedale di Cipolletti con un forte dolore, sostenendo che le era stato dato Oxaprost (misoprostolo) per indurre l’aborto e chiese che l’aborto fosse completato. Ne suo referto il dr. Rodriguez dichiara che «la donna di 19 anni ha avuto una gravidanza indesiderata: aveva la febbre e le contrazioni e portava un feto vivo, con un battito cardiaco positivo. Non aveva né dilatazione né sanguinamento».

La ragazza è stata poi tenuta in ospedale per altri due mesi in modo da raggiungere il punto in cui il suo bambino avrebbe avuto tutte le possibilità di sopravvivere attraverso un cesareo. Secondo Rodriguez Lastra, era d’accordo su questo. L’operazione ha avuto luogo quando aveva 7 mesi e mezzo e il suo bambino è nato vivo e in salute e ora è un bimbo sano e vivace di due anni. Il dott. Rodriguez Lastra ha ricevuto ampio sostegno dalla comunità pro vita in Argentina, ma questo non è stato sufficiente per convincere il giudice di Cipolletti e ora dovrà affrontare il processo penale.

Luca Volontè

Fonte: Life Site News

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