24/01/2019

Argentina: uno stupro riaccende il dibattito sull’aborto

Si riapre, in Argentina, il dibattito sull’aborto, dopo che il caso di una ragazzina di 12 anni violentata da un sessantenne è finito sotto i riflettori dei media. Il triste episodio si è verificato nella provincia di Jujuy, dove i medici dell’ospedale, a quanto risulta dalle prime notizie, dopo aver constatato lo stato di gravidanza, si sono rifiutati di praticare l’aborto, richiesto dalla famiglia della ragazza e, sembra, da lei stessa.

Ricordiamo che in Argentina, dopo la bocciatura del disegno di legge per la liberalizzazione, l’aborto resta consentito solo in caso di pericolo per la vita della madre e, appunto, in caso di stupro. «Questo è compiere una tortura contro una bambina, significa andare contro il suo diritto e renderla vittima una seconda volta», ha tuonato Marta Paniagua, suo avvocato e membro del gruppo Cattoliche per il diritto di scegliere (sic!). Di segno opposto è stato l’intervento, questo sì, cattolico, del vescovo di Jujuy, monsignor Daniel Fernández, come riportato dall’agenzia Aica. Il prelato, che è in visita a Roma, esprime vicinanza e solidarietà alla ragazza e alla famiglia, e «prega Dio perché il caso si risolva senza aggiungere dolore al dolore, salvando le due vite».

In un sol colpo, la vicenda riaccende le polemiche sul “diritto” all’autodeterminazione, sui limiti entro i quali poter fare ricorso all’aborto, e sull’obiezione di coscienza. Come sempre, tertium non datur: la legge morale non ammette una terza possibilità che si ponga a metà strada tra la verità e l’errore, tra il bene e il male.

La legge argentina, da questo punto di vista, è costruita sul compromesso, e mostra perciò tutta la sua incoerenza. In pratica stabilisce, sulla base di un criterio puramente convenzionale, che a certi nascituri si può impedire di venire al mondo ma ad altri no; che i medici devono salvare alcuni bambini mentre possono ucciderne altri. Eppure, per quanto drammatica sia l’esperienza di una violenza del genere, sappiamo tutti che la soluzione non è dare la morte al bambino innocente

Vincenzo Gubitosi

Fonte: Todo Noticias

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