Miracolous Journey è il nome della mastodontica istallazione realizzata dall’artista Damien Hirst in Qatar, «composta da quattordici sculture in bronzo che raffigurano tutte le fasi di sviluppo di un feto nel ventre materno», scrive La Verità in un suo articolo a riguardo. Realizzata già nel 2013, l’opera è stata scoperta solo ora, in concomitanza con l’inaugurazione del vicino ospedale Sidra, nella città di Al Rayyan. È situata, quindi, in un luogo del tutto significativo, come ha riconosciuto anche But Layla Ibrahim Bacha, consulente della fondazione, il quale ha affermato che tale lavoro «riflette molto bene la missione di Sidra, prendersi cura della salute delle donne e dei bambini».
Un compito, questo, nobile e, senza dubbio, da riscoprire, specialmente in tempi come questi, in cui un essere umano vero e proprio troppo spesso non viene considerato tale se ancora non nato, al punto che delle leggi ne permettono la soppressione. E paradossalmente tali leggi vengono persino definite all’avanguardia. Strano, invece, che non tengano per niente conto del fatto che la scienza stessa dichiara che con il concepimento ha inizio la vita di un nuovo essere umano. Ebbene, in tempi in cui mostrare l’immagine di un feto dicendo “Tu eri così” si sta rivelando meritevole di censura, perché la verità è scomoda, quest’opera “sdogana” quello che è l’inizio stesso della nostra vita, del nostro essere uomini e donne. Di fronte a esso non c’è da far altro che meravigliarsi. Dice lo stesso Hirst: «Spero che la scultura instillerà nello spettatore un senso di stupore e meraviglia per questo straordinario processo umano». E anche noi di Pro Vita auspichiamo che l’immagine di un bambino non nato, di una piccola vita innocente, non sia più vista come una minaccia, ma come una speranza per il futuro.
Luca Scalise