03/11/2018

Ultime News – Asia Bibi libera, un’amica pakistana rivela: «Abbiamo più paura»

Articolo del 1° novembre 2018 – in calce gli aggiornamenti.

Zarish Nemo, giovanissima cristiana pakistana, il 31 ottobre ha rilasciato a Pro Vita Onlus la sua testimonianza. Ha poi continuato ad aggiornarci.

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Mai tacere, sempre denunciare: la terribile rivolta dei militanti islamisti alla notizia di assoluzione di Asia Bibi dimostra che i cristiani in Pakistan sono in serio pericolo, ancora. Ieri mattina, poco dopo le 5 ora italiana, ci siamo tutti svegliati con una bellissima notizia: dopo 3420 giorni, Asia Bibi, cristiana pakistana, è stata assolta dalle accuse di blasfemia per cui era stata condannata a morte. Era il 14 giugno 2009 e Asia, rifiutando di convertirsi all’Islam, venne denunciata dalle sue colleghe, arrestata e dopo neanche un anno condannata a morte. Ora la notizia è che è stata assolta e che immediatamente sarà liberata! [Ma non abbiamo ancora notizie certe in merito].

Ho sentito immediatamente una mia amica che abita a Lahore, per chiederle quanto fosse bello finalmente festeggiare. La sua risposta è stata: «Siamo felicissimi ma anche preoccupatissimi, siamo in pericolo!». A questa esternazione, il mio primo pensiero è stato: «Posso aiutarti in qualche modo?»; e lei: «Sì, pregate e fate sapere a tutti quello che sta succedendo». Ed ecco quello che sta succedendo, direttamente dalle parole di questa mia amica che, coraggiosamente, ha permesso di rendere nota la sua identità:

Zarish-Nemo

«Oggi mi sono svegliata con la bella notizia della libertà di Asia Bibi. Notizia che mi ha reso estremamente felice. Ho pensato tra me e me: “Finalmente! Finalmente dopo otto lunghi anni, questa donna coraggiosa è stata liberata”. Ho fatto tantissime chiamate, alla mia famiglia e ai miei amici, condividendo questa grande notizia. Tutti noi siamo stati estremamente felici, avevamo pregato così a lungo perchè arrivasse questo giorno!

Poi mentre stavo per lasciare casa per recarmi in un’altra città, ho ricevuto diverse chiamate dai miei cari: “Fermati! Non uscire! Non andartene! La situazione non è buona“. Ho capito subito che erano arrivate le conseguenze che temevamo avrebbero seguito un verdetto del genere. I Mulana hanno iniziato a condividere video su Facebook per provocare altri miliziani a uscire dalle loro case e protestare contro la sentenza. E ci sono riusciti: in pochi minuti gli estremisti si sono riversati per le strade con bastoni di legno e acciaio tra le mani.

A questo punto ero preoccupata per mio fratello minore e mia sorella che erano fuori casa. Abbiamo acceso la TV: nessuna notizia sulla situazione. Tutto tace. Strano.
Strano! Tutto ciò lo stavamo venendo a sapere solo attraverso il passa parola di testimoni.  La televisione taceva. Tutti ci siamo chiamati a vicenda per sapere se fossimo al sicuro. Abbiamo fatto telefonate ai nostri cari per sapere che stessero bene e abbiamo chiesto loro di stare al sicuro, in casa.

Più tardi mio padre ha ricevuto una chiamata dalla scuola di mia sorella: “Venite a prendere i vostri figli, la situazione non è più sicura!”. Stanno mandando a casa tutti i bambini. Mio padre decide di non prendere la macchina per andare a prenderla perché nella sua macchina ha il Rosario: in questo momento è importante non provocare gli estremisti. Abbiamo quindi chiesto ai nostri vicini di prendere mia sorella su una bicicletta: un trasporto più sicuro.

I bambini non capivano cosa stesse accadendo: tutti domandavano ai genitori! Tutti gli uffici cristiani hanno quindi deciso di chiudere, per paura degli attacchi. L’amico di mio padre gli chiede di prendere anche sua figlia: le università stanno chiudendo! “Non so cosa stia succedendo, ci hanno detto che un uomo è morto alla stazione della metropolitana…. ma perché non si sta dicendo la verità? Ci hanno detto di andare a casa e ci faranno sapere più tardi se l’università aprirà domani o no”.

L’amico di mio padre, per evitare problemi, viene a prendere la figlia a piedi e appena arriva ci racconta quello che ha visto: “le strade sono bloccate, stanno bruciando cose e protestano, è una situazione orribile, accendi la TV, vediamo cosa sta succedendo”. Accendiamo la TV ancora una volta. Giriamo diversi canali, ma non troviamo nulla. Tutto tace. Strano. All’improvvisso appare un avviso. La sezione 144 è stata imposta: alle persone viene chiesto di rimanere nelle case e di non muoversi fino a nuovo avviso. Tutto questo, perché una donna innocente dopo otto anni di sofferenze, ingiustamente detenuta in prigione è stata liberata».

Ho letto un paio di volte l’email che mi ha inviato questa mia amica.  L’ho letta mentre ascoltavo il telegiornale. Anche qui, in Italia, tutto tace. Strano, vero?

Ma chi tace acconsente.
Alla condanna a morte di una madre, solo perché cristiana.
Alla condanna a morte di un popolo solo perché cristiano.
Io non voglio tacere, tu?

Maria Rachele Ruiu

Aggiornamenti del 1° novembre:

* Finalmente ci comunicano che il Primo Ministro sta parlando in TV di Asia Bibi e di quanto sta accadendo nelle città (sembrerebbe a favore dei cristiani)...

** «I fondamentalisti hanno bloccato le strade, stanno bruciando le macchine e stanno attaccando qualsiasi persona che passa. Vogliono che il nome di #AsiaBibi sia messo nella lista di ECL (The Exit Control List). Exit Control List è un sistema di controllo di frontiera gestito dal governo del Pakistan. Praticamente vogliono bloccare l’uscita di Asia dal Pakistan e non solo sua ma anche di tutti gli altri che sono coinvolti in questo caso. Vi chiedo di continuare a pregare! Preghiamo e speriamo che il Primo Ministro prenderà atto e farà ciò che ha detto ieri».

Aggiornamenti del 2 novembre:

* Le scuole continuano a essere chiuse, tutti sono a casa. Questa mattina, inoltre, la nostra amica ci ha comunicato che hanno sospeso la connessione telefonica in Pakistan, per paura che i fondamentalisti creino problemi, essendo venerdì. In alcune parti, hanno sospeso anche internet. Di pochi minuti fa un nuovo messaggio: «pregate, la situazione è grave!».

** Terribile sviluppo comunicato dalla DawnNewsTV. Il governo pakistano ha firmato un accordo col partito Tehreek-i-Labbaik per avviare le pratiche per inserire Asia Bibi nella Exit Control List, provvedimento che le impedirà di lasciare il Paese, in cambio della fine delle proteste in strada, che pare abbiano causato morti.

Il governo ha conseguentemente assicurato che non verrà in alcun modo ostacolato il ricorso alla Corte Suprema per rovesciare la sentenza d’assoluzione.

Hanno firmato per conto del governo:
– Noorul Haq Qadri (Ministro degli Affari Religiosi)
– Raja Basharat (Ministro di Giustizia del Punjab)
Per il TL party:
– Muhammad Afzal Qadri
– Muhammad Waheed Noor

Aggiornamento del 3 novembre:

Oggi dopo tre giorni, Zarish Nemo è potuta uscire: sono liberi di muoversi. Il Paese è di nuovo in pace? I fondamentalisti che erano stati arrestati già sono nuovamente liberi. Asia Bibi no.

Zarish scrive su Facebook: «Dentro il nostro cuore c’è timore. La nostra speranza di un Paese in cui anche i cristiani sarano cittadini uguali è stata tolta. Abbiamo tante domande!!! Tanti pensieri!!! E per niente ci sentiamo liberi!!!! Non ho mai chiesto “Dov’è Asia Bibi?” ma oggi anche io sto facendo questa domanda. Prego che stia al sicuro!».

#AsiaBibi  #Pray4AsiaBibi  #Pray4Pakistan

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