08/08/2014

Assegnare il sesso al neonato? Una roulette russa

Vi è mai capitato di rimanere basiti mentre leggete un articolo o una opinione e dover rileggere più e più volte il testo perché si rimane quasi increduli davanti alle parole e ai concetti espressi, cercando di trovare l’appiglio, la parola, la frase che neghi si sia innanzi ad uno scherzo di cattivo gusto?

Ecco; uno di questi casi si è verificato leggendo l’articolo di Christin Scarlett Milloy per la rivista Slate dal titolo “Non lasciare che il medico faccia questo al vostro neonato.”; da lasciare sbalorditi.

Non lasciate che il medico faccia cosa?

Ecco come Milloy entra nello specifico:

“Si chiama assegnazione del sesso del bambino: quando il medico tiene il vostro bambino sotto la luce della sala parto, guarda tra le gambe, e dichiara la sua opinione: è un maschio o una femmina. Ma egli si  basa su niente di più che una valutazione superficiale del genitali del bambino.

Sì, Milloy sta dicendo [davvero lo sta dicendo] che un medico, quando afferma il sesso del vostro bambino potrebbe creare al bambino stesso un danno irreparabile, non tenendo conto del fatto che negli anni successivi, quel neonato potrebbe desiderare di non appartenere a quel sesso .

Milloy, in realtà, si spinge oltre affermando che l’assegnazione del sesso al neonato, quella comune pratica che avviene dopo ogni nascita, è una attività simile ad una “roulette russa”.

Ora ci si chiederà, a ragione, del perché si prende questa assurdità per qualcosa di serio, tanto da parlarne; perché, credo, si debba riconoscere le assurdità che questa cultura ci propina quotidianamente.

Per anni si è rimasti ad ascoltare argomentazioni sempre più forti su questa fantomatica liberazione dei bambini dalla tirannia del sesso, con tutte le implicazioni pratiche che l’argomento produce, con le nuove leggi a riguardo come quella, per esempio, che i ragazzi possono utilizzare i bagni delle ragazze se si identificano come femmine.

Le teorie sulla ‘costruibilità’ (al contrario della donabilità [assegnabilità]) della sessualità umana ce le stanno instillando da  decenni.
Secondo alcuni è stato un giudice della Corte Suprema americana,  Anthony Kennedy, che nel 1992 riguardo il caso ‘Planned Parenthood v Casey’ ha fatto da spartiacque. “Al cuore della libertà,” scrisse Kennedy, “vi è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di significato, dell’universo e del mistero della vita umana.”

E l’articolo di Milloy è solo la logica conseguenza di questa pretesa indipendenza e onnipotenza dell’individuo, dell’uomo che perde la consapevolezza di dipendere da un Altro, quando l’uomo pretende di bastare a se stesso e di “salvarsi da sé”.

 

Redazione

Fonte: LifeSiteNews; Breakpoint

banner-bussola-quotidiana

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.