30/09/2017

Bambini abusati, bambini venduti: perché no?

Irene Ciambezi, della Comunità Papa Giovanni XXIII ha scritto un articolo agghiacciante, su InTerris a proposito del commercio di bambine (e bambini) «di 10, 11, 12 anni abusati da turisti senza scrupoli per pochi dollari nei bordelli tristemente famosi di Bangkok e Pattaya».

«Se scappano e chiedono aiuto, spesso capita che i poliziotti stessi li rimettano nelle mani dei trafficanti». 

«Secondo il Global Study on Sexual Exploitation of Children in Travel and Tourism di Ecpat International, organizzazione specializzata nel contrasto alla pedofilia che ha sede nella capitale thailandese Bangkok, “la nazionalità dei clienti tende sempre più a rispecchiare la consistenza dei flussi turistici provenienti da Giappone, Cina popolare, Taiwan, Singapore, Malaysia, Hong Kong, Corea del Sud”. Ma c’è ancora una presenza consistente di australiani, statunitensi, britannici, italiani, tedeschi».

L’articolo prosegue con un’intervista a Chiara Cattaneo, responsabile dei progetti in Cambogia di Mani Tese, che è particolarmente impegnata nella difficile lotta al triste mercimonio di bambini nel Lontano Oriente. Da leggere.

E, avendolo letto, ci sovviene un’amara considerazione: se i bambini si possono comprare  e vendere con l’utero in affitto, perché non si possono comprare anche per fini di piacere sessuale? Oltretutto “love is love”: sono in tanti a dire che i pedofili ai bambini gli vogliono bene...

E – soprattutto – se i bambini si possono ammazzare con l’aborto e con l’eutanasia (se passa la proposta di legge sulle DAT i rappresentanti legali dei bambini malati – per qualsiasi malattia- potranno ordinare ai medici di farli morire di fame e di sete), perché non si possono abusare? Hanno una dignità da rispettare?Se ce l’hanno, ce l’hanno anche per nascere. O no? O forse la dignità si acquisisce ad una certa età?

Nel coro di tutti quelli che si scandalizzano per il turismo sessuale, credo ci siano tante persone che è meglio stiano zitte. E’ una questione di coerenza.

Francesca Romana Poleggi


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