07/02/2018

Bambini preziosi, molto più di quanto costino

Abbiamo letto una testimonianza della mamma di due bambini gravemente malati che ci ha profondamente toccato. 

Desideriamo condividerla con i nostri Lettori (la traduzione con adattamenti è della Redazione).

«Due dei miei quattro bambini hanno la fibrosi cistica, una malattia genetica mortale: i progressi della medicina oggi consentono solo alla metà dei malati di sopravvivere oltre i 30 anni. Di tanto in tanto quelli con la fibrosi cistica devono essere ricoverati in ospedale per ricevere antibiotici per via endovenosa, per migliorare la funzionalità polmonare e combattere le infezioni pericolose. Sempre per il rischio di infezioni, i malati devono vivere  in un ambiente per lo più privo di germi, e hanno bisogno della somministrazione continua di trattamenti.

Dopo che al mio primogenito Gunner fu diagnosticata la fibrosi cistica, mio ​​marito e io abbiamo voluto altri bambini e i due bambini che sono nati successivamente sono sani. Ma la quarta, la mia più piccola – la mia unica figlia, Gracie – ha anche lei la fibrosi cistica.

Molti sostengono che i bambini malati non avrei dovuto farli nascere: alcuni dicono che sarei stata più amorevole se li avessi abortiti. Perché la vita non basta più: vogliamo una vita di qualità. 

Eliminare i bambini disabili o malati, perché considerati “complicati” da tirar su o costosi presuppone un atteggiamento da ragioniere che valuta una vita degna solo se è senza problemi, senza dolore, senza conflitti e magari con un livello di reddito accettabile.

Ma la vita di nessuno è perfetta.

La mia famiglia è stata provata e lo sarà ancor di più, man mano che la malattia di Gunner e Gracie avanza. Ma speriamo e crediamo che il nostro amore e il nostro impegno reciproco diano un valore estremo ad ogni momento vissuto insieme. Chi ha il diritto di giudicare se e quando e quanto una vita merita di essere vissuta?

I bambini disabili e i bambini malati sono gioiosi molto di più della loro disabilità.

Nel rapportarci con le persone – e i bambini specialmente – che affrontano le difficoltà, impariamo tante cose. E impariamo che  la perfezione non è  un obiettivo realistico.

La mia vita è complicata, stressante, i miei bambini a volte fanno una gran fatica per respirare,  ma contribuiscono a questo mondo con la loro stessa esistenza.

Respingo decisamente la mentalità che accetta le persone sulla base della percezione di ciò che possono o non possono fare.

Tutti, ad un certo punto, in un modo o nell’altro possiamo essere vulnerabili e feriti, e in quei momenti tutti dobbiamo poter fare affidamento su una cultura della vita in cui gli altri capiscono che il nostro valore è infinitamente più grande dei problemi che poniamo e di quello che costiamo».

Kristan Hawkins

Fonte: LifeNews

 


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