31/10/2018

Battaglie sul gender: ultime news su sentenze e decisioni politiche

In questi giorni, a partire da un servizio pubblicato sul New York Times, sta emergendo negli Usa l’ennesima polemica nei confronti del presidente Trump, il quale avrebbe in animo di ordinare a tutte le amministrazioni federali, in tema gender, un ritorno alla natura ed evidenza scientifica: ogni uomo nasce maschio o femmina. Con un provvedimento dell’amministrazione Obama si consentiva invece di potersi definire sin dalla nascita anche “transgender”. I Democratici e molte lobbies legate al mondo Lgbtq hanno gridato allo scandalo e accusato Trump, che non ha ancora firmato quella bozza di ordinanza, di voler ammiccare all’elettorato conservatore del Paese. Altri, dal mondo scientifico e conservatore, vedono di buon occhio questo semplice ritorno alla realtà della e delle amministrazioni governative Usa.

A fronte di questa polemica tutta americana, non sfugge la impressionante decisione presa da un tribunale nel Brabante, in Olanda. Il signor Leonne Zeegers ha ottenuto di vedersi assegnare sul passaporto la definizione di “gender X“, invece delle normali “maschio” o “femmina”. Nato maschio, Leonne ha dichiarato di sentirsi femmina sin dalla pubertà ed è stato poi “riconosciuto tale” nel 2001.

Nei giorni scorsi una nuova sterzata: dichiarazione di “transgenderismo X” che ora si vorrà ufficializzare e riconoscere in tutti i documenti ufficiali delle amministrazioni olandesi. Tra battaglie legali verso la piena realizzazione della ideologia gender e ritorni al buon senso ed evidenza naturale, la sfida più cruciale del XXI secolo tra ideologia e realtà è tutt’altro che conclusa. Tant’è che il fine settimana scorso, l’Uruguay del tanto celebrato ex presidente Mujica, ospite al Festival di Venezia (forse per il valore artistico di essere stato il primo al mondo a liberalizzare l’uso della marijuana), ha approvato la legge per i transgender: ciascuno è libero di auto-identificarsi come tale in qualsiasi momento della propria vita e vedersi riconosciuti specifici diritti e tutele. Simili leggi esistono solo in Norvegia, Danimarca e Irlanda. Nel Regno Unito la  discussione è aperta, ma l’opposizione a una tale normativa si fa ogni giorno più forte.

Luca Volontè

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