21/06/2019

Cartoon Network promuove lo stile di vita gay per i bambini

Adesso è ufficiale: Cartoon Network, il popolare canale televisivo visto da milioni di bambini in tutto il mondo, sta dalla parte del movimento arcobaleno. La prova inconfutabile viene da un tweet con il quale, a inizio di questo mese di giugno, l’account dell’emittente – da alcuni descritto come «il migliore in termini di intrattenimento originale, sia per i giovani sia per le famiglie» – ha manifestato il proprio appoggio a giugno inteso come «mese dell’orgoglio».

Un appoggio, peraltro, del tutto inequivocabile dal momento che il tweet in questione testualmente afferma: «Vogliamo augurare a tutti un felice pride e incoraggiare tutti i nostri fan Lgbtq+ a rimanere orgogliosi tutto l’anno». Inequivocabile davvero, dunque, ma non imprevedibile. C’è difatti chi ricorda come alcuni dei programmi di Cartoon Network già mandati in onda presentassero contenuti quanto meno ambigui.

Per esempio, nel 2018 Steven Universe illustrava una proposta di matrimonio omosessuale nell’ambito di uno show per bambini, e anche l’anno scorso, nella serie Adventure Time, si era vista una scena con due personaggi femminili che si baciavano sulle labbra. Una scena abbastanza esplicita, che lasciava ben intendere come si trattasse di un bacio saffico. C’erano insomma già ottimi indizi per immaginare quale fosse l’orientamento ideologico soggiacente a Cartoon Network.

Tuttavia è con il tweet di inizio giugno che le carte, per questo canale di proprietà di Warner Bros Entertainment, sono risultate definitivamente scoperte; il che è poco confortante non solo per i bambini che seguono Cartoon Network, ma per tutto il mondo dei cartoons, nei quali il movimento Lgbt pare sempre più rappresentato.

Lo provano esempi clamorosi come quello di Arthuruna, serie di cartoni animati basata sui libri di Marc Brown trasmessa in circa 80 Paesi (in Italia debuttò nel 1998 su Italia 1) – e giunta alla ventiduesima serie – che nel mese scorso, negli Stati Uniti, ha mandato direttamente in onda non un bacio gay, non un fotogramma dubbio, ma un “matrimonio omosessuale” vero e proprio: quello di Ratburn, l’insegnante di scuola del protagonista, con un altro soggetto del suo stesso sesso.

Questo per dire che il problema non è Cartoon Network così come non lo è, in sé, la stessa Disney – che pure ha iniziato a fare passi falsi da anni, e precisamente dal 1999, quando annunciò di aver ritirato 3,4 milioni di copie della videocassetta di Le avventure di Bianca e Bernie a causa di alcuni fotogrammi in cui, da un momento all’altro, compariva una donna in topless. No, qui il problema è un altro, più generale e se possibile ancora più preoccupante.

Il problema è infatti quello di un mondo dello spettacolo che ha come primi destinatari i più piccoli e ciò nonostante non si fa scrupoli nel trasformare il cartoon di turno in un veicolo di messaggi, se non apertamente diseducativi, quanto meno ambigui. Ne consegue la necessità, soprattutto per i genitori, di tenere alta la guardia dal momento che l’ideologia gender e pro Lgbt – quella che alcuni, negando la realtà, sostengono essere ossessione di pochi fondamentalisti cristiani – non solo esiste, ma viene sistematicamente diffusa; ormai addirittura a carte scoperte.

Di qui l’importanza, per chi ha figli, di usare bene il telecomando e, per chi non ne ha, di fare comunque lo stesso, perché il mezzo televisivo può esercitare un micidiale potere propagandistico verso chiunque. A partire da quelli che lo credono, per l’appunto, solo un mezzo d’intrattenimento, sottovalutandone il potere persuasivo.

Giuliano Guzzo

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