12/04/2017

Ci ammazzeranno per il nostro bene, come Charlie...

L’Alta corte di giustizia londinese ha decretato che si può procedere con l’eutanasia del piccolo Charlie Gard.

Charlie ha otto mesi e soffre una rara malattia genetica, la deperimento del Dna mitocondriale (pare ce ne siano solo 16 casi in tutto il mondo).

Connie e Chris, la mamma e il papà, sono disperati e ricorreranno in appello. Vogliono fare un ultimo tentativo per salvare Charlie negli USA dove potrebbero somministrargli una cura sperimentale.

I medici del Great Ormond Street Hospital di Londra dicono che il bambino non ha speranze di vita. Dicono che è “nel suo interesse” che muoia di fame e di sete... Invece i genitori hanno raccolto oltre un milione di sterline per il viaggio in USA e per tentare la cura, grazie al crowdfounding . Charlie muove un pochino le mani, gli occhi, la bocca. Li guarda. Loro sentono che c’è un rapporto con lui. E sono certi che non soffre. Perché accelerare la sua morte? Perché precludergli il “viaggio della speranza”?

Quante volte i medici hanno detto “non c’è più niente da fare”, e si sono sbagliati? Quante volte si parla di “staccare la spina” davanti a persone che sembrano assenti e spacciate e invece poi si riprendono e raccontano del terrore che provavano a sentire certi discorsi?

Perché la vita del piccolo Charlie deve essere buttata via? Già sarà comunque breve, perché accorciargliela ulteriormente? Perché negargli l’amore dei suoi genitori fino all’ultimo istante in cui può percepirlo?

Redazione

La foto proviene dalla pagina Facebook di Charlie Gard


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