23/04/2018

Col cuore a pezzi, preghiamo per Alfie e per i suoi cari

Scrive Francesco Ognibene su Avvenire: «Alle 14.30 ora italiana, quando tutto pareva pronto per il distacco del respiratore di Alfie, i genitori sono riusciti a ottenere un’ulteriore dilazione per chiarire un aspetto formale della sentenza»

«Dopo aver ottenuto mezz’ora in più rispetto all’orario previsto (dalle 14 alle 14.30 ora italiana) per lo spegnimento della respirazione assistita che tiene in vita il figlio Alfie, i genitori sono riusciti a spuntare dalle autorità dell’ospedale un’ulteriore allungamento dei tempi appellandosi a un chiarimento sulla forma della sentenza dell’Alta Corte con la quale si autorizzava il distacco delle macchine e dunque la morte del bambino. In pratica, ad avviso dei legali che assistono la famiglia, una volta cambiata l’ora della procedura rispetto a quanto previsto dal giudice sarebbe necessario un nuovo pronunciamento dello stesso magistrato per fissare un’altra ora non bastando più per l’esecutività della sentenza l’autorità dell’ospedale. Un cavillo che sta tenendo ancora in vita il bambino, nella speranza che nel frattempo accada qualcos’altro».

«Intanto una manifestazione spontanea si è radunata davanti all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, dov’è ricoverato Alfie... Secondo testimoni oculari, Alfie sarebbe sveglio e starebbe succhiando il ciuccio. Una volta staccata la macchina che lo assiste nella respirazione, resterebbero ad Alfie pochi minuti di vita (ma nel recente caso del piccolo Isaiah Haastrup, anch’egli come Alfie “condannato” a morire per il distacco delle macchine nell’ospedale di Londra dov’era ricoverato dalla nascita per gli effetti di un parto drammatico, occorsero sette ore di straziante agonia)

Questa mattina,  Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, insieme a un medico specialista in anestesia e rianimazione, ha chiesto un incontro con  le autorità dell’ospedale inglese per trovare un’ alternativa al distacco delle macchine.

La procedura per spegnere la vita di Alfie è stata comunicata ai genitori in un agghiacciante documento di 21 punti «nel quale si concede lo stretto necessario ai genitori (la presenza di due parenti oltre a loro due al capezzale del bambino e di altri in una stanza vicina, un’assistenza spirituale) ma si fa capire che non si tollereranno ulteriori dilazioni. Nella stanza dell’ospedale è presente accanto ai genitori dal pomeriggio di domenica don Gabriele Brusco, il sacerdote italiano attivo in una parrocchia di Londra che nei giorni scorsi si era recato in visita al bambino e ai suoi genitori amministrando ad Alfie – battezzato nella Chiesa cattolica, come il padre, mentre la madre è anglicana – il sacramento dell’unzione degli infermi».

La famiglia le sta provando tutte, anche una denuncia penale per maltrattamenti (viste le foto pubblicate ieri). Si sono appellati alla  Commissione europea,  alla regina Elisabetta, ai loro sostenitori e ai medici e agli infermieri dell’Alder Hey Hospital.

Avvenire conclude con un commento del cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita: «Due cose risaltano all’evidenza: che c’è una precisa volontà giuridica che prescinde da qualsiasi appello, anche il più alto, anche quello del Papa, nonché dalla stessa volontà dei genitori, che si impone anche prescindendo dalle ragioni scientifiche; e che c’è una visione basata su un principio economicistico della vita che rifiuta l’assistenza a chi si può trovare in punto di morte, visto che può rivelarsi costosa».

Dalla politica italiana, ci giunge un comunicato del neo senatore Simone Pillon che «nel deplorare l’assurdità di una volontà giudiziaria che strappa ai genitori le decisioni più importanti per la salute dei figli fino a privare un bambino disabile dei necessari supporti vitali condannandolo di fatto a morte per soffocamento, conferma la sua adesione alle interrogazioni presentate dai deputati on. Fontana, Bitonci, Pagano e altri. Annuncia inoltre una mozione per impegnare il governo italiano a sostenere in
tutte le sedi internazionali una moratoria di ogni decisione giudiziaria, legislativa amministrativa o di qualsiasi altra natura volta a privare i minori di cure e supporti vitali».

E con somma gioia apprendiamo che Alfano e Minniti hanno concesso la cittadinanza italiana ad Alfie, il che potrebbe bloccare la mano del boia inglese... Giorgia Meloni ha scritto: «Rivolgo un appello urgente al Governo italiano: conceda il visto diplomatico alla famiglia Evans e permetta loro di venire in Italia. Alfie può essere ancora salvato». E ancora: «Ringrazio di cuore il presidente del Consiglio Gentiloni e i ministri Alfano e Minniti per aver accolto il mio appello e aver deciso di concedere la cittadinanza italiana ad Alfie Evans: questo permettera’ di aprire uno spiraglio per consentire al piccolo di venire in Italia ed essere accolto in una delle nostre strutture ospedaliere».

Noi continuiamo a pregare.

Redazione

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