27/07/2019

Colombia, sul certificato di battesimo “Madre1” e “Madre2”

L’Arcidiocesi cattolica di Medellín, Colombia, guidata dall’Arcivescovo Ricardo Antonio Tobón Restrepo, avrebbe concesso a una coppia di lesbiche “sposate” secondo lo stato, di essere identificate, sul certificato di battesimo del bambino di una di loro, con il titolo di “Madre 1” e “Madre 2”.

Il piccolo, di nome Matias, che è stato battezzato due domeniche fa da un sacerdote cattolico a Medellin, appunto, è stato ovviamente concepito con l’inseminazione artificiale di una delle due donne indicate nel certificato di Battesimo che invece ne riporta ben due di “madri”.

In realtà Manuela Gomez e Luisa Gomez, risulterebbero “;sposate” da più di un anno e secondo quanto riferito dalla madre biologica Manuela Gomez in un’intervista con RCN Radio, avrebbero chiesto a diverse parrocchie di inserire entrambi i loro nomi, dopo il battesimo, nel certificato, ma gli sarebbe stato risposto di sì solo per il nome della madre biologica.

Non contente, le due donne avrebbero girato oltre dieci parrocchie, finché ne avrebbero trovata una disposta a registrarle entrambe come madri. Il parroco che ha battezzato Matias avrebbe assicurato a Manuela e Luisa che, poiché i loro nomi appaiono entrambi sul certificato di nascita del bambino, nella stessa maniera sarebbero stati riportati sul registro battesimale.

Manuela Gomez ha anche aggiunto trionfante, secondo quanto riportato su Noticias Florecia: «Non potevo crederci, ma era reale. Quando ho chiesto al sacerdote la sua opinione sulla mia famiglia, ha detto che siamo i benvenuti e che saremmo stati rispettati come famiglia, cosa molto importante per noi».

Eppure nel rito del battesimo, ad un certo punto della cerimonia, al padre e alla madre del bambino viene chiesto se accettano la responsabilità di “educarlo nella pratica della fede”. Cosa che risulta poco credibile in questo caso, dato che la Chiesa cattolica, seguendo gli insegnamenti dell’Antico e del Nuovo Testamento, afferma che le pratiche omosessuali sono “;intrinsecamente disordinate”, com’è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica e, «sono contrari alla legge naturale. Chiudono l’atto sessuale al dono della vita. Non procedono da una genuina complementarietà affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».

Ma, nonostante ciò, la curia arcidiocesana avrebbe ordinato, via e-mail, che i nomi dei genitori elencati nel certificato di nascita fossero inseriti pari pari nel registro battesimale, citando il diritto canonico.

E invece, proprio il Codice di Diritto Canonico, che regola le pratiche della Chiesa Cattolica e che in questo caso, alla luce dei fatti, viene citato a sproposito, afferma che il battesimo di un bambino “dovrebbe essere rinviato” se c’è una “fondata possibilità” che il bambino non sarà cresciuto nella religione cattolica.

Dunque è lecito interrogarsi sul valore dato ad un Sacramento di iniziazione alla vita cristiana, impartito senza che se ne consideri la validità delle premesse.

Fonte: Life Site News

Manuela Antonacci

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